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La ricercatrice che scoprì Omicron: “Subite pressioni per dire che era grave”

Angelique Coetzee, la ricercatrice che per prima ha scoperto la variante Omicron del Covid-19, ha dichiarato nel corso di un’intervista al quotidiano australiano Daily Telegraph [1] di aver subito pressioni da parte delle potenze europee e della comunità internazionale di scienziati dopo aver affermato che la nuova variante era di bassa gravità.

“A causa di tutte le mutazioni del Covid, tutti questi scienziati e politici che non provengono dal Sudafrica mi hanno contattata dicendomi che avevo torto riguardo quanto avevo affermato, che si trattava di una malattia seria… Mi hanno detto che non avevo idea di cosa stessi parlando e hanno continuato ad attaccarmi”.

La dottoressa Coetzee è a capo della South Africa Medical Association ed è stata lei, nel novembre 2021, a individuare per la prima volta la variante Omicron [2], osservando che causava “sintomi estremamente blandi”. La maggior parte dei pazienti da lei osservati in Sudafrica, infatti, manifestava come unici sintomi mal di gola e stanchezza, al pari di una lieve influenza. Dopo aver reso note queste informazioni, tuttavia, la dottoressa è stata oggetto di forti pressioni da parte della comunità scientifica internazionale e dei governi, che l’accusavano di “non avere idea” di ciò di cui stava parlando.

Secondo la dottoressa Coetzee, gli attacchi nei suoi confronti mascheravano una profonda paura per l’arrivo di una nuova variante sconosciuta. Tuttavia, ha dichiarato, le sue dichiarazioni non sarebbero cambiate a meno che non vi fossero state prove cliniche a dimostrazione del suo errore.

[di Valeria Casolaro]