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Osman Erol, l’anziano signore che da solo ha piantato 40mila alberi

Piantare 40.000 alberi nell’arco di 35 anni: è questo il risultato a cui è giunto Osman Erol, un uomo di 90 anni che vive nel piccolo villaggio di Hallaçlı, situato nella provincia turca di Çankırı. Erol, che ha cominciato piantando diversi tipi di alberi come pini, pioppi ed alberi da frutta, è arrivato col tempo a colorare di verde il suo villaggio. Grazie al suo intervento infatti Hallaçlı, che era una zona arida, è stata completamente rimboschita. Non è un caso dunque il fatto che – come riportato [1] dall’agenzia di stampa di proprietà del governo turco Anadolu Ajansı – Erol abbia ricevuto anche un attestato di apprezzamento dal Governatorato di Kızılırmak, il distretto in cui si trova il suo villaggio.

Tuttavia questo riconoscimento evidentemente non ha rappresentato un punto di arrivo per Erol dato che egli tuttora non solo pianta alberi ogni giorno ma si prende anche cura di essi, sia in estate che in inverno. «Il mio lavoro non è solo piantare, mi occupo di loro tutto il tempo» ha in tal senso comunicato Erol all’agenzia Anadolu Ajansı, specificando che anche la notte, quando non riesce a dormire, passa il suo tempo a piantare alberi.

Tutto ciò nonostante tale attività non porti alcun vantaggio personale ad Erol, il quale infatti ha iniziato a piantare alberi per amore e con questo spirito continuerà a farlo fino alla fine dei suoi giorni. «Continuerò a piantare alberi fino alla morte, così che quando morirò le persone mangeranno i frutti e pregheranno per me», ha affermato a tal proposito l’uomo, ricordando altresì che già adesso gli abitanti del villaggio mangiano i frutti degli alberi da lui piantati. Le persone traggono dunque in questo modo beneficio dalla sua attività ma non solo, dato che riescono anche a trovare riparo grazie agli alberi. A tutto questo infine si aggiunga anche che Erol rappresenterà per le generazioni future un esempio positivo a cui ispirarsi in quanto, come sottolineato dal capo del villaggio Metin Çalış, «senza di lui ad Hallaçlı non ci sarebbe l’amore per gli alberi che adesso nutriamo».

[di Raffaele De Luca]