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Non si ferma la protesta degli studenti contro l’alternanza scuola-lavoro

La lotta studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro, che come è noto ha recentemente causato la morte [1] del 18enne Lorenzo Parelli, non si ferma: in tutta Italia infatti si terranno delle manifestazioni a riguardo nella giornata di venerdì. Innanzitutto c’è la città di Torino, dove, nonostante la violenta carica [2] da parte della polizia nei confronti degli studenti scesi in piazza lo scorso 28 gennaio, questi ultimi hanno deciso di esprimere nuovamente il loro dissenso. Il Kollettivo Studenti Autorganizzati Torino (Ksa), infatti, ha lanciato un appello invitando [3] tutti gli studenti, i collettivi e le organizzazioni sindacali e studentesche a rispondere «con la massima mobilitazione possibile, per costruire il prossimo venerdì 4 Febbraio una manifestazione cittadina che risponda al clima di intimidazione e repressione in città, per rilanciare la lotta contro questo modello di alternanza scuola-lavoro e contro un’istruzione che mette a rischio pure la nostra vita».

Un’altra sigla particolarmente attiva nelle proteste, l’Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa), ha indetto [4] per la medesima data scioperi e mobilitazioni studentesche in tutta Italia con il fine di chiedere da un lato le dimissioni del Ministro dell’istruzione Bianchi, accusato per il suo «silenzio-assenso» sul tema dell’alternanza scuola-lavoro e sulle manganellate ai ragazzi scesi in piazza nonché per la proposta relativa al nuovo esame di maturità [5].

Per saperne di più a riguardo, abbiamo contattato Tommaso Marcon, portavoce nazionale di Osa: «Siamo da sempre per l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro, motivo per cui ci siamo sempre opposti anche ad eventuali riforme della stessa. L’alternanza scuola lavoro è una pratica che va abolita e la morte di Lorenzo dimostra che si tratta di una pratica disastrosa». L’Osa metterà al centro delle rivendicazioni nelle mobilitazioni del fine settimana la lotta contro il nuovo esame di stato, l’alternanza scuola-lavoro e la repressione che colpisce gli studenti. La mobilitazione degli studenti ormai è in campo e l’appuntamento seguente è fissato per il 5 e 6 febbraio, quando a Roma si svolgerà l’assemblea [6] studentesca nazionale indetta dal movimento studentesco la Lupa: nel primo giorno gli studenti si confronteranno con l’obiettivo di dare vita ad un dibattito costruttivo e di prospettiva che dovrebbe poi concretizzarsi il giorno successivo. In tal senso, Marcon spiega che infatti la lotta degli studenti non si fermerà, ed i relativi dettagli a riguardo saranno appunto a breve concordati dagli studenti.

Il caso della repressione contro gli studenti, ed in particolare dei fatti di Torino è arrivato anche a svegliare il Parlamento. Prese di posizione anche da parte del Partito Democratico, che agli studenti paiono, non senza ragione, tardive e pretestuose, non fosse altro perché si tratta di un partito che ha messo in campo le norme stesse che gli studenti contestano. Enrico Letta, segretario del Pd, ha chiesto dei chiarimenti «sulla questione di ordine pubblico», mentre il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha parlato [7] di «bastonatura di ragazzi e ragazze che poteva e doveva essere evitata». Proprio per questo Sinistra Italiana ha negli scorsi giorni ha annunciato [8] un’interrogazione parlamentare al Governo, con la ministra Lamorgese che – secondo quanto si apprende da fonti parlamentari – dovrebbe riferire in aula la prossima settimana. Agli studenti tuttavia la «solidarietà di facciata» dei politici non interessa, le loro richieste sono chiare e sul tavolo, e per ottenere risposte continueranno la mobilitazione.

[di Raffaele De Luca]