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Torino: universitari contro il green pass occupano per tre giorni il Rettorato

È terminata ieri 28 gennaio nel pomeriggio l’occupazione delle aule del Rettorato dell’Università di Torino. Gli studenti hanno dovuto cedere all’ultimatum imposto da Rettore e Forze dell’Ordine: uscite o vi faremo sgomberare. Le loro rivendicazioni, tra le quali spicca la richiesta dell’abolizione del Green Pass obbligatorio per l’ingresso nelle sedi universitarie, non hanno trovato spazio di confronto: nonostante i ripetuti tentativi, infatti, il rettore Stefano Geuna si è rifiutato di aprire un dialogo nonché di manifestare qualsiasi tipo di interesse per le rivendicazioni degli studenti.

L’iniziativa è stata portata avanti da un gruppo di studenti universitari e attivisti di diverse realtà di movimento locali, i quali hanno occupato per tre giorni alcune aule del Rettorato dell’Università di Torino. «All’inizio eravamo una quindicina, poi nei giorni successivi siamo arrivati ad essere una trentina di persone» racconta a L’Indipendente uno degli studenti che hanno preso parte all’iniziativa. La fine dell’azione è arrivata a seguito di un’ultimatum del Rettore giunto nel pomeriggio di giovedì: avete 24 ore per andarvene, altrimenti vi facciamo sgomberare.

L’assemblea degli studenti contro il green pass di Torino – foto di Valeria Casolaro per L’Indipendente

Mercoledì 26 gennaio, prima giornata di occupazione, gli studenti erano riusciti a consegnare al rettore Geuna una lettera [1] con le proprie rivendicazioni. Tra queste vi è la disapplicazione della misura che prevede il controllo del Green Pass all’ingresso di tute le strutture universitarie, comprese biblioteche, aule studio e mense, e che “lezioni ed esami siano garantiti in presenza indiscriminatamente per tutti coloro che lo desiderano”. Inoltre, visto l’ingente costo dei tamponi, gli studenti chiedono che “l’Università garantisca una convenzione con le farmacie affinché studenti, docenti e personale universitario possano usufruire del tampone gratuitamente o a prezzi molto ridotti“. Non da ultimo, gli studenti chiedono un maggior coinvolgimento delle proprie rappresentanze, avanzando la richiesta che “il Rettore si consulti con tutti gli organi collegiali prima di decidere un nuovo periodo in DAD”, dopo che il 3 gennaio 2022 questa è stata reintrodotta senza che il Rettore si consultasse “con nessun organo rappresentativo degli studenti, adducendo come scusa il fatto che la maggior parte degli atenei stesse prendendo misure per il contenimento dei contagi”.

La polizia presidia l’entrata dell’Università dove si svolge l’assemblea – foto di Valeria Casolaro per L’Indipendente

«Io mi rendo conto che non avremmo potuto ottenere quanto richiedevamo subito, ma sarebbe stato bello se il Rettore ci avesse concesso lo spazio di una discussione, di un confronto» ci spiega uno dei ragazzi presenti all’evento. Dopo la consegna della lettera al Rettore sono seguiti tre giorni di silenzio e, ad ora, gli studenti non hanno ricevuto risposte. «Geuna non ci vuole affrontare, ma noi non accetteremo un rifiuto» affermano i ragazzi nel corso di un’assemblea di confronto tenutasi all’interno dell’Università nel pomeriggio. «Non siamo qua per domandare ma per prendere, perché la libertà non è qualcosa che ci viene concesso e poi revocato, soprattutto non da un Rettore di un’Università».

«L’occupazione è finita, ma la nostra lotta non si ferma. Noi è dal 10 gennaio che mettiamo in atto iniziative di disobbedienza civile, sia con l’attacchinaggio [affiggendo manifesti che riportano la loro causa in giro per la città, soprattutto alle fermate dei mezzi pubblici] sia con azioni concrete come i flash mob [2] sui mezzi pubblici» spiega uno studente. Sottolineando con forza che ignorare e intimidire coloro che avanzano delle rivendicazioni non ne placa lo spirito né silenzia le voci.

[di Valeria Casolaro]