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Russia contro NATO: è realmente possibile una guerra per l’Ucraina?

Non si placano le tensioni relative all’Ucraina, anzi, a leggere i principali media internazionali, sembrerebbe di essere alle soglie di un conflitto. Praticamente ogni giorno, i lettori vengono “bombardati” di notizie che riguardano esercitazioni militari, consegne di armamenti, navi e aerei da guerra che si apprestano a raggiungere il fronte. Mentre gli attori principali, Stati Uniti, Russia e il governo di Kiev, si rimbalzano le colpe a suon di accuse, spesso basate su mezze verità, sul chi sia il vero colpevole per questa situazione.

Lo scorso 20 gennaio, si è tenuto a Ginevra, Svizzera, l’ultimo di una serie di incontri tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il Segretario di Stato americano Antony Blinken. Questi colloqui, volti a cercare di ridurre le possibilità di un conflitto più ampio in Ucraina, per l’ennesima volta hanno raggiunto la fase di stallo su quello che è il punto principale di tutta la questione: l’ingresso di Kiev nella NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord).

Per Mosca l’entrata dell’Ucraina nella NATO sarebbe considerata come un vero e proprio atto ostile da parte degli Stati Uniti, da anni il Cremlino, infatti, denuncia i tentativi di accerchiamento [1]. Proprio per questo durante il meeting di Ginevra, Lavrov avrebbe chiesto a Blinken garanzie scritte da parte degli Stati Uniti che non avrebbero accettato l’Ucraina (e la Georgia) come paesi membri dell’alleanza atlantica. Garanzie che in tutta probabilità non arriveranno, Washington infatti ha sempre dichiarato che la NATO è aperta ad accettare nuovi paesi membri. Per gli Stati Uniti, infatti, l’Ucraina come paese indipendente avrebbe tutto il diritto di entrarne a farne parte, alla luce del conflitto in corso nel Donbass e in risposta all’annessione della Crimea da parte dei russi nel 2014.

Ma siamo realmente sull’orlo di una guerra?

Senza dubbio un conflitto in Ucraina è possibile. Per Mosca mantenere l’Ucraina fuori dalla NATO e sotto la propria sfera d’influenza è di vitale importanza, sia dal punto di vista strategico che dal punto di visita politico. Perdere l’Ucraina sarebbe probabilmente il colpo più duro che il Presidente russo Putin si sia mai trovato ad affrontare nella sua lunga carriera. Ma la perdita dell’Ucraina a favore della Russia sarebbe un duro colpo anche per il presidente americano Biden. Gli Stati Uniti infatti continuano a considerare l’Europa come il loro “giardino di casa”, grazie alla NATO e alla presenza di numerose basi militari. Il vecchio continente è strategico per gli Washington anche dal punto di vista commerciale. Tuttavia, per una analisi che rifugga le semplificazioni e essenziale considerare alcuni punti:

  1. Nonostante sembrino soffiare forte i venti di guerra il dialogo tra gli Stati Uniti e la Russia non si è mai fermato. Nuovi incontri tra Lavrov e Blinken si terranno nelle prossime settimane, e il fatto che le relazioni diplomatiche tra i due paesi non si siano fermate sta a significare proprio che il punto di rottura sull’Ucraina non sia stato ancora raggiunto.

  2. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno ordinato l’evacuazione delle famiglie dei diplomatici in Ucraina. La notizia ha avuto ampia eco, ma l’evacuazione delle ambasciate non significa automaticamente che la guerra sia imminente. Basti pensare a quanto dichiarato [2] dal portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko: «Con tutto il rispetto del diritto degli stati stranieri di garantire la sicurezza delle loro missioni diplomatiche, noi consideriamo questa misura presa dagli americani come prematura ed eccessiva». Anche la il ministero degli Esteri italiano non fa menzione [3] sul proprio sito del pericolo di una guerra imminente, per i cittadini italiani che decidano di recarsi in Ucraina.

  3. Altra questione importante da considerare è la possibile reazione degli stati Europei di fronte ad un possibile conflitto in Ucraina. Se a parole praticamente tutti non hanno esitato a condannare l’operato di Mosca, con i fatti si sono mossi, per ora, solo Francia, Spagna e Danimarca. Altri paesi, invece hanno fatto sapere che non avrebbero inviato armi in sostegno a Kiev, come ad esempio la Germania [4]. Anche il premier inglese Boris Johnson, a parole sempre tra i più attivi nella guerra diplomatica con Mosca, ha fatto capire [5] come al momento non ci siano piani che prevedano l’invio di truppe da combattimento britanniche per difendere l’Ucraina. Di certo l’Europa non ha nessun interesse ad una guerra aperta contro la Russia, anzi, a dirla tutta per gli interessi economici dell’unione sarebbe proprio l’ultima cosa.

  4. I movimenti di truppe. È diventato oramai un tormentone il fatto che Mosca avrebbe ammassato più di 100.000 soldati pronti a combattere in prossimità del confine ucraino, così come giornalmente ci sono notizie sugli spostamenti di truppe della NATO verso l’Ucraina. I movimenti sono reali, mentre sui reali numeri interessati non si sa nulla di certo. Ad ogni modo, esercitazioni e movimenti di truppe, seppure possano far presagire al peggio, al momento non sono una prova del fatto che una guerra è inevitabile. Anzi, molto più spesso, movimenti di questo tipo rientrano nella partita a scacchi della diplomazia. 

  5. L’Ucraina. Seppure le preoccupazioni da parte del governo di Kiev siano, almeno in parte giustificabili, bisogna sottolineare come questa situazione faccia da un lato anche comodo. Proprio oggi sono arrivati [6] dall’Unione Europea un grosso pacchetto di aiuti del valore di 1,2 miliardi di euro. Aiuti economici e forniture militari erano arrivati nei giorni scorsi anche da parte degli Stati Uniti. Sorge quindi il dubbio che il governo del Presidente ucraino Volodímir Zelenski stia un po’ sfruttando le tensioni con la Russia per distogliere l’attenzione dai problemi interni. Scalpore hanno fatto anche le dichiarazioni dell’ex campione di pugilato Vitali Klitschko, ora sindaco di Kiev, che ha accusato la Germania di «tradimento» e «omissione di soccorso» per la decisione di Berlino di non inviare armi. Come se i carri armati russi fossero già sulla via della capitale ucraina.

Questi sono alcuni dei fattori che posso far comprendere meglio quale sia al momento la situazione in Ucraina e quanto una guerra sia o meno probabile. Non vi sono dubbi che di fronte ad azioni militari chiaramente offensive in Ucraina da parte di Mosca una conflitto sarebbe pressoché inevitabile. Sarebbe messa in gioco la credibilità del presidente americano Biden se non intervenisse, ma ad ogni modo sarebbe improbabile che Usa ed alleati facessero qualcosa più che fornire armi e aiuto all’Ucraina. Nonostante le tensioni crescenti rimane comunque altamente improbabile che una guerra in Ucraina possa iniziare a causa di decisioni deliberate. Una guerra aperta non avrebbe senso né per Mosca né per Washington. Il vero pericolo invece potrebbe piuttosto arrivare da azioni sconsiderate da parte dei gruppi paramilitari impiegati nel conflitto nella regione del Donbass, dove milizie filorusse combattono da tempo contro i militari di Kiev. La presenza di volontari e mercenari nelle fila ucraine e in quelle filorusse è cosa risaputa, e proprio questi soldati di ventura al momento rappresentano il pericolo maggiore. Anche se qualche giorno fa Biden ha dichiarato [7] che: una «piccola incursione» da parte della Russia susciterebbe una risposta minore rispetto a un’invasione su vasta scala del paese. Come a dire che anche qualche schermaglia nel Donbass non sarebbe abbastanza per dare il via una guerra aperta. Dichiarazioni che poi, dopo le lamentele da parte di Kiev, sono state rettificate.

[di Enrico Phelipon]