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La Polonia verso le restrizioni anti-Covid su basi genetiche

I ricercatori dell’Università di Medicina di Bialystok, in Polonia, guidati dai professori Marcin Moniuszko e Mirosław Kwaśniewski, hanno scoperto [1] che la genetica è il quarto fattore più importante nel determinare la gravità della malattia dopo età, peso e sesso. Lo studio, Analisi del genoma del virus SARS-CoV-2 e del genoma dei pazienti con COVID-19 per sviluppare una serie di marcatori genetici che determinano la suscettibilità individuale all’infezione da coronavirus SARS-Cov-2 e la gravità del corso COVID-19, è stato supportato dal Ministero della Salute e dall’Agenzia per la ricerca medica del Paese e ha coinvolto circa 1.500 pazienti con Sars-Cov2. Dai risultati di tale studio si apprende che un gene che si trova nel cromosoma 3, presente in circa il 14% della popolazione polacca e nel 9% degli europei, come nel 27% degli indiani, sarebbe responsabile dell’aggravarsi della malattia. Il risultato confermerebbe un studio pubblicato nel novembre scorso [2] dalla Oxford University. Una ricerca certamente importante, in base alla quale il governo polacco ha dichiarato di voler intraprendere misure legislative che denotano evidenti rischi sul piano etico e politico.

Nella conferenza stampa tenuta presso l’Università di Bialystok, con la partecipazione del Ministro della Salute, Adam Niedzielski, e del Presidente dell’Agenzia di ricerca medica, Radoslaw Sierpiński, in cui sono stati comunicati i risultati della ricerca, i rappresentanti del governo hanno fatto sapere che sulla base delle conclusioni dello studio, la politica intende adesso agire. Niedzielski ha spiegato [3] che a breve «saremo in grado di identificare le persone con una predisposizione a soffrire gravemente di Covid» mentre il professor Moniuszko ha riferito che «tale test può aiutare a identificare meglio le persone che, se infettate, possono essere a rischio di un rapido decorso della malattia prima che si verifichi l’infezione» e quindi non solo curare in maniera puntuale e specifica coloro che si ammalano ma, soprattutto, intervenire preventivamente su coloro che, sulla base della propria genetica, sono considerate “a rischio”. Un test genetico [4], che il ministero della Salute polacco vorrebbe adesso introdurre, permetterebbe di individuare le persone su cui agire col fine di porre in atto misure politiche ad hoc, anche preventive.

Nei nuovi tempi della scienza usata come stampella-dogma per il potere costituito, l’uso politico di questa ricerca avrebbe chiare implicazioni. Per esempio, coloro ritenuti a rischio di contrarre in forma grave la malattia, sulla base del gene incriminato, potrebbero essere preventivamente confinati in casa oppure essere costretti alla vaccinazione, come a portare la mascherina oppure a non poter frequentare certi luoghi. Insomma, sulla base genetica, potrebbero essere prese misure politiche specifiche per un determinato gruppo di persone, limitandone le libertà. Il rischio di una politica eugenetica è sul tavolo.

[di Michele Manfrin]