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Europa, le tasse green non valgono per i ricchi: esclusi yacht e grandi navi

Nel mese di luglio 2021 la Commissione Europea ha pubblicato una serie di proposte per decarbonizzare il settore marittimo, tuttavia «il proposto sistema di tariffazione del carbonio (ETS) e lo standard per combustibili a basse emissioni di gas a effetto serra (FuelEU Maritime) si applicheranno solo alle navi di stazza superiore a 5.000 GT (stazza lorda)», e verranno escluse determinate tipologie di navi come quelle offshore, i pescherecci e gli yacht. È quanto si legge all’interno di un rapporto [1] di Transport & Environment (T&E), secondo cui le «esenzioni arbitrarie minano l’integrità delle leggi navali».

È questa dunque la conclusione a cui si è arrivati tramite il report, nel quale si sottolinea che l’enorme importanza di queste proposte per il futuro del settore marittimo richieda uno sguardo dettagliato sull’impatto delle stesse. Proprio a tal proposito è stato redatto il documento, che basandosi sui dati relativi alle emissioni marittime in Europa nel 2019 ha indagato su quelle derivanti dalle navi inferiori a 5.000 GT e legate ai «segmenti non coperti dal MRV, il regolamento di monitoraggio, rendicontazione e verifica dell’UE». Ebbene, dal report è emerso che l’impatto a livello di emissioni carboniche delle navi esentate non è assolutamente irrilevante: basterà ricordare che «le emissioni totali di CO2 delle navi esentate ammontano a 25,8 Mt», un dato «paragonabile a quello delle emissioni totali di CO2 della Danimarca nel 2020, ossia 26,2 Mt». Nello specifico, poi, le navi inferiori a 5.000 GT «costituiscono un totale di 19,7 MtCO2» mentre «16,1 MtCO2» derivano dalle «navi di tutte le dimensioni nei segmenti non coperti dall’MRV», tra cui le navi offshore e gli yacht.

Alla luce di ciò, Transport & Environment raccomanda ai responsabili politici dell’UE di «modificare la soglia in tutte le proposte relative al trasporto marittimo a 400 GT» e di mettere fine alle esenzioni per determinati tipi di navi quali yacht e quelle per la pesca. I responsabili politici dovrebbero però porre fine alle esenzioni «soprattutto per le navi offshore», la cui esenzione risulta essere «sorprendente data l’alta media di emissioni per nave». Infine, un’altra ipotesi che essi potrebbero prendere in considerazione sarebbe quella di introdurre una «soglia di carbonio per cui le navi di stazza superiore a 400 GT sarebbero obbligate a rispettare l’ETS dell’UE solo se fossero responsabili di più di 1.000 tCO2 (il contenuto totale di anidride carbonica) nel MRV dell’anno precedente», così da «ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi su navi che non operano molto ogni anno».

In maniera certamente non velata viene infine criticata la Commissione Europea, che ha motivato la scelta della soglia dimensionale sostenendo che sa da un lato «esonererebbe il 45% delle navi che operano in Europa», dall’altro ciò riguarderebbe «solo il 10% delle emissioni». Un dato a quanto pare non corretto in base a ciò che emerge dal report, in quanto esso «ha rilevato che le esenzioni totali inferiori a 5.000 GT equivalgono al 15% del totale delle emissioni di tutte le navi, con emissioni totali esentate pari a quasi il 20% del totale delle emissioni marittime».

[di Raffaele De Luca]