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Morì per mano della polizia, il caso Magherini finisce alla Corte europea

Riccardo Magherini è morto la notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014 a Borgo San Frediano, dopo essere stato fermato da una pattuglia dei Carabinieri. Negli ultimi giorni il suo caso è tornato a far parlare in seguito al ricorso presentato dalla famiglia del ragazzo alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, arrivato dopo le decisioni della magistratura di assolvere i Carabinieri. L’ex senatore Luigi Manconi ha riferito che la CEDU – Corte europea dei diritti umani- ha chiesto al Governo italiano spiegazioni in merito alla morte di Magherini.

In particolare la Corte Europea ha sollevato alcuni dubbi sulla legittimità della tecnica usata dagli agenti per fermare Riccardo Magherini, manovra che Manconi ha definito “codice Floyd”. La scelta di chiamarla così non è casuale. George Floyd è morto il 25 maggio 2020 dopo essere stato bloccato a terra dall’ex agente Derek Chauvin, che ha tenuto il suo ginocchio sul collo dell’uomo per 9 minuti e 29 secondi, causandogli la morte. Proprio come nel caso di Riccardo.

Nello specifico la CEDU ha chiesto all’Italia se l’uso della forza da parte dei carabinieri è stato «assolutamente necessario e strettamente proporzionato al raggiungimento dello scopo perseguito» – cioè il contenimento della persona fermata – e se «le autorità pubbliche hanno garantito che fosse tutelata dagli operatori la particolare condizione di vulnerabilità del soggetto in questione? Le stesse autorità possono dimostrare di aver fornito agli agenti che operano in circostanze simili una formazione adeguata, capace di evitare abusi e trattamenti inumani e degradanti?».

Per l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia insieme all’avvocata Antonella Mascia, «l’Italia dovrà rendere conto della morte di un giovane uomo che chiedeva aiuto e della cattiva giustizia riservatagli».

Un epilogo per niente scontato dato che la quarta sezione penale della Cassazione nel 2018 aveva assolto i tre carabinieri dall’accusa di omicidio colposo, ordinando l’annullamento senza rinvio della sentenza d’appello – anche se in primo e secondo grado la condanna erta stata confermata –

Quella notte Magherini vagava per la sua città sotto l’effetto di cocaina e in preda ad allucinazioni, convinto che qualcuno le stesse inseguendo per ucciderlo. Gli agenti lo avevano bloccato ammanettandolo per terra, a pancia in giù, facendolo rimanere in quella posizione –e a torso nudo – per almeno 15 minuti. L’arrivo dell’ambulanza – con a bordo tre volontari ma senza un medico – non è servito a salvargli la vita.

Come riporta Repubblica, il 30 gennaio del 2014 una circolare del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, raccomandava di evitare “i rischi derivanti da immobilizzazioni protratte, specie se a terra in posizione prona”. E si chiariva che “la compressione toracica può costituire causa di asfissia posturale”. Avvertenze sospese solo due anni dopo. L’interrogazione chiesta della CEDU potrebbe significare una svolta importante nella risoluzione di casi come questo. Il Governo dovrà dire la sua entro il 26 aprile.

[di Gloria Ferrari]