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La Finlandia sospende il Green Pass: non serve a risolvere la crisi pandemica

In Finlandia l’uso del “passaporto Covid-19”, ossia del Green Pass, è stato di fatto sospeso: come riportato [1] dal Ministero degli affari sociali e della salute, infatti, il governo finlandese ha adottato un decreto con cui è stato temporaneamente congelato l’utilizzo del lasciapassare sanitario. A partire dallo scorso 30 dicembre, e fino al 20 gennaio prossimo, il Green Pass non è più considerato un mezzo utile per accedere agli eventi pubblici e ai locali ovunque siano applicate restrizioni regionali. Come sottolineato [2] dal quotidiano locale Yle News, ciò significa che praticamente in tutto il Paese saranno applicate tali regole.

Detto questo, tra le motivazioni delle limitazioni al lasciapassare sanitario vi è quella di far fronte all’attuale situazione epidemiologica e dunque di contribuire a «salvaguardare il diritto delle persone alla salute e al benessere frenando la rapida diffusione della malattia». Una ammissione indiretta del fatto che il Green Pass, evidentemente, non si sia dimostrato uno strumento utile al fine di contrastare l’emergenza sanitaria. A tal proposito bisogna infatti ricordare che nelle scorse settimane Markku Tervahauta – direttore generale dell’Istituto finlandese per la salute e il benessere (THL) – aveva affermato [3] che sarebbe potuto essere utile ripensare al Green Pass: una decisione da prendere sulla scia del pensiero degli esperti, i quali temevano proprio che le persone non vaccinate contro il Covid avrebbero potuto contrarre l’infezione da individui vaccinati e portatori del virus.

[di Raffaele De Luca]