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Il primo allevamento di polpi solleva le critiche di scienziati e ambientalisti

Il primo allevamento commerciale di polpi al mondo sta per nascere in Spagna, per mano della multinazionale Nueva Pescanova (NP). La nuova azienda agricola sorgerà [1] nell’entroterra, vicino al porto di Las Palmas (Isole Canarie), scelta presa basandosi sugli studi dell’Instituto Español de Oceanografía [2], dove vengono esaminate le abitudini riproduttive dell’Octopus vulgaris (polpo comune). Ma la decisione solleva ampie critiche: il polpo, infatti, è un essere intelligente e senziente, di complessità secondo alcuni biologi addirittura vicina a quella degli umani. Inoltre, per altre ragioni, anche dal punto di vista ambientale la scelta appare alquanto discutibile.

Intanto la multinazionale ha da pochi giorni annunciato che i polpi d’allevamento saranno messi in commercio già dalla prossima estate e venduti ufficialmente a partire dal 2023. Si prevede una produzione di 3.000 tonnellate di polpo all’anno (che corrisponde al 10% delle catture di cefalopodi effettuate ciascuna anno dalla flotta spagnola) dopo l’ingente investimento da parte dell’azienda di 50 milioni di euro. Nueva Pescanova precisa che, in questo modo, si potrà impedire la cattura dei polpi in natura.

“Giustificazione”, questa, che non può rispondere a scienziati e ambientalisti, indignati dalla notizia. Diversi studi [3] dimostrano quanto la sensibilità e l’intelligenza dei polpi sia sorprendente e li renda animali molto complessi e “vicini” all’essere umano: 560 milioni di anni fa, umani e polpi avevano un antenato comune. Biologi e studiosi sottolineano [4] quanto l’intelligenza dei polpi sia paragonabile a quella degli esseri umani e, addirittura,  questi complessi molluschi cefalopodi potrebbero essere considerati come “alieni intelligenti [5]” provenienti da un altro pianeta.

Da parte degli ambientalisti, sorge dunque un quesito: se è possibile evitare di condannare altre specie a barbarie ormai riconosciute come tali, perché non farlo? Una creatura tanto intelligente e complessa potrebbe essere tutelata invece di essere prodotta in serie per il cibo. Ecco perché il gruppo internazionale di ricercatori del CIWF (Compassion in World Farming [6]) ha denunciato i programmi della NP come “Eticamente ed ecologicamente ingiustificati”, contattando i governi svariati Paesi, inclusa ovviamente la Spagna, purché essi possano vietare la creazione di allevamenti intensivi di polpi.

Basta guardare il documentario vincitore dell’Oscar 2021 My Octopus Teacher [7], o leggere diversi estratti e ricerche [8], per rendersi conto della ricca complessità dei polpi e dell’errore che si commetterebbe allevandoli in cattività. Però, questi sono e rimangono un cibo molto diffuso e apprezzato, non a caso il numero di polpi allo stato brado sta diminuendo e, in maniera direttamente proporzionale, i prezzi stanno salendo. Circa 350.000 tonnellate di questi molluschi vengono catturate ogni anno (dieci volte in più rispetto al 1950).

Eppure è stato dimostrato [9] come e quanto i polpi possano provare dolore ed emozioni, allora Nueva Pescanova – come si legge sul sito [10] – si dice “Fermamente impegnata nell’acquacoltura come metodo per ridurre la pressione sulle zone di pesca e garantire risorse sostenibili, sicure, sane e controllate…”. Nueva Pescanova si è però rifiutata di spiegare le condizioni in cui saranno tenuti i polpi, anche dopo svariati tentativi di approfondimento da parte della BBC [4].

La trovata della NP sembra dunque essere più un’azione commerciale che di sensibilità ambientale. Poi, l’esistenza di un allevamento intensivo non è sinonimo di uno stop alla pesca dei polpi, tantomeno un modo più “etico”, poiché mettere questi animali in vasche sterili senza stimolazione cognitiva vuol dire condannarli a una vita di sofferenza. Ci saranno solo due modi diversi per fare arrivare nei piatti questi animali.

Senza parlare del fatto che l’effettiva esistenza di un allevamento potrebbe portare a un considerevole aumento degli stock ittici selvatici. Circa un terzo del pesce catturato nel mondo viene impiegato per diventare mangime per altri animali. Di questa quantità, circa la metà è destinata all’acquacoltura e i polpi, animali carnivori, hanno molto bisogno di cibo (due/tre volte il loro peso).

Questi particolari molluschi sono poi considerati esseri senzienti ma in Europea la legge sul benessere degli animali [11] da allevamento è solo per gli animali vertebrati. I polpi in cattività sarebbero quindi tenuti senza alcuna legge a tutelarli ed è risaputo quanto gli animali in cattività tendono ad essere più aggressivi e a contrarre più malattie. A tal proposito l’UE ha recentemente pubblicato le linee guida [12] che riconoscono la “mancanza di buone pratiche di allevamento” e le “lacune della ricerca” nell’impatto dell’acquacoltura sulla salute animale e pubblica.

[di Francesca Naima]