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In migliaia tornano a manifestare contro la Tav: la polizia usa idranti e lacrimogeni

Nella ricorrenza dell’8 dicembre migliaia di No Tav sono tornati a manifestare per chiedere la chiusura dei lavori, con una marcia che da Borgone si è diretta verso San Didero. I manifestanti chiedono il blocco dei lavori dell’Alta Velocità e del cantiere di San Didero, che ospiterà una nuova zona di sosta per i tir. Non sono mancati gli scontri con la polizia, che ha attaccato con idranti e lacrimogeni i manifestanti.

Una nuova marcia No Tav [1] si è svolta nella giornata dell’8 dicembre: i manifestanti hanno percorso a piedi la strada che va da Borgone Susa a San Didero, rinnovando la richiesta di chiusura dei cantieri. Secondo gli organizzatori erano almeno in 5000 a partecipare. Alla marcia hanno preso parte anche numerosi sindaci dei comuni della Valle di Susa, che si oppongono alla costruzione di “un’opera considerata con costi elevatissimi e dannosa per l’ambiente, ritenendo che i soldi pubblici possano esser meglio spesi per opere utili al territorio”. Una volta giunti ai margini del cantiere di San Didero alcuni manifestanti hanno iniziato a strappare il filo spinato, mossa alla quale gli agenti hanno risposto con lancio di lacrimogeni e idranti.

San Didero [2], dove i presidi No Tav sono iniziati già nella sera del 7 dicembre, è la sede della costruzione del nuovo autoporto, punto di sosta di emergenza dei tir in caso di necessità o eventi climatici avversi (come le forti nevicate). Si tratta di un cantiere di 68 mila metri quadrati dal costo di 47 milioni di euro. Un’opera che deturpa ulteriormente una valle già esausta per i lavori dell’Alta Velocità e dalla dubbia utilità, esistendo già due autoporti non sfruttati al 100% nelle zone adiacenti a Torino. Il 7 dicembre nei pressi del cantiere ci sono stati alcuni scontri tra un gruppo di manifestanti No Tav e le Forze dell’Ordine, che hanno risposto al lancio di pietre con idranti e lacrimogeni.

L’8 dicembre è una giornata simbolo per il movimento No Tav, che quest’anno celebra 16 anni dalla marcia Susa-Venaus. Al termine della giornata di proteste i manifestanti erano riusciti a invadere i prati di Venaus e a bloccare l’inizio dei lavori dell’originale progetto del 2003 per l’Alta Velocità Torino-Lione. In prima fila allora vi era Nicoletta Dosio [7], storica militante No Tav al momento in custodia presso il carcere Le Vallette di Torino. Le iniziative degli scorsi giorni hanno anche ricordato l’ingiusta estradizione di Emilio Scalzo [8] in Francia in seguito alle accuse di aggressione a pubblico ufficiale.

[di Valeria Casolaro]