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Il gorilla di montagna del Ruanda è salvo: un esempio di conservazione

I gorilla di montagna del Ruanda – i gorilla beringei – dopo essere arrivati sull’orlo dell’estinzione, stanno finalmente aumentando di numero. Un avvenimento che sta attirando sempre più turisti e dando impulso all’economia locale. Un tempo, questi primati erano solo 254 sui monti Virunga, oggi sono oltre 600 – più 400 nel vicino Uganda -, e la chiave del successo [1] risiede nella conservazione estrema attuata nel paese con una decisa stretta al bracconaggio. In più, se fino a non molto tempo fa questo animale veniva visto come un essere pericoloso, aggressivo ed era la preda preferita dei bracconieri, i quali poi vendevano le parti del loro corpo come trofei, oggi – grazie alle numerosissime ricerche [2] effettuate nel corso del tempo – sono considerati non solo degli esseri gentili, ma anche tra le attrazioni turistiche migliori.

Nonostante le numerose criticità passate, come nei primi due mesi di pandemia durante i quali, nelle riserve, sono stati rinvenuti 822 trappole illegali dai ranger (nel 2019 “solo” 21), gli sforzi di conservazione per la salvaguardia della specie nel periodo successivo, hanno dato buoni frutti [3] e, in tutto questo, il ruolo dei turisti è stato importantissimo. Questi, ogni giorno, pagano 1500 dollari a persona per trascorrere anche solo un’ora in compagnia dei gorilla. Una dinamica importantissima per il paese, poiché non solo l’elevato numero dei visitatori – di cui molti particolarmente benestanti – ha aumentato i posti di lavoro in specifici settori essenziali per il turismo – facchinaggio, ristorazione, settore alberghiero di lusso – ma in più, i soldi ricavati vengono investiti nel miglioramento della preservazione dei primati.

[di Eugenia Greco]