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A Torino la questura usa le telecamere per stroncare il movimento No Green Pass

A Torino sabato scorso è andato in scena il ventiquattresimo sabato consecutivo di proteste contro il green pass. I cittadini contrari al passaporto sanitario si sono trovati in piazza Castello per manifestare il proprio dissenso. Anche sabato erano presenti migliaia di persone, un movimento che per ora non accenna a scemare. Ma nelle strategie di contrasto da parte del potere pubblico c’è una novità: l’utilizzo delle multe a tappeto verso i manifestanti. Una strategia resa possibile dall’ordinanza [1] con la quale, dal 2 dicembre, il sindaco ha reintrodotto l’obbligo di mascherine all’aperto nelle zone del centro. La questura ha infatti comunicato [2] che sta visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in strada per identificare tutti i manifestanti che non hanno rispettato l’ordinanza e spedirgli una sanzione di entità compresa tra 400 e 1.000 euro.

Interessante notare come, almeno stando a quanto riferito dalla questura, non vi sia in atto alcuna misura analoga nei confronti dei cittadini che erano privi di mascherina ma non partecipavano alla manifestazione. Le immagini verranno utilizzate solo per multare quei cittadini che hanno violato l’ordinanza partecipando alla manifestazione.

Allargano il discorso, non è la prima volta che la questura del capoluogo piemontese mostra una certa inclinazione all’utilizzo delle norme anti-pandemiche in chiave di contrasto dei movimenti. È già capitato con il movimento No Tav. Nell’agosto scorso, centinaia di attivisti che si oppongono alla costruzione della linea ad alta velocità in Val di Susa, vennero infatti raggiunti da multe di 400 euro cadauno [3] per aver violato le normative anti-covid durante una manifestazione. Nello stesso periodo nessuna multa venne però comminata ai cittadini che riempirono le piazze per festeggiare la vittoria della nazionale di calcio ai campionati europei. Differenze che rendono plastica l’evidenza di un utilizzo politico delle leggi d’emergenza approvate ufficialmente con il solo fine di contenere la pandemia.