- L'INDIPENDENTE - https://www.lindipendente.online -

Sui migranti il democratico Biden ha deciso di riattivare le politiche di Trump

Il presidente Joe Biden e la sua amministrazione hanno annunciato giovedì di aver riattivato il programma sull’immigrazione chiamato Migrant Protection Protocols, meglio noto come “Remain in Mexico”. La sua attuazione aveva già fatto discutere all’epoca di Trump, che l’aveva fortemente voluto. Il suo ripristino è scaturito dopo una sentenza emessa dalla Corte Suprema lo scorso agosto e che prevede, in sostanza, che i migranti rimangano lì dove sono. Cioè in Messico. Secondo l’organo di giudizio il presidente aveva deciso di interrompere il programma incautamente, agendo in maniera “arbitraria e ingiustificata”. [1] Joe Biden, in un certo senso, ripropone su questo fronte le tracce del suo predecessore, pur avendo sottolineato più volte l’intento di scostarsene il più possibile. La differenza sostanziale è che nessuno ora a livello globale se ne preoccupa più di tanto, e pure dai salotti europei non si leva certo l’indignazione che circondava le politiche trumpiane. Sarà che anche il Vecchio Continente sta lasciando che vengano adottate politiche non molto diverse al confine tra Bielorussia e Polonia [2].

Cosa cambierà, quindi, per chi prova ad attraversare il confine e arrivare negli USA? L’amministrazione di Biden ha stipulato un accordo che prevede che i richiedenti asilo “rimangano in Messico”, come recita il nome del programma, in attesa che la loro domanda venga valutata dalle autorità competenti. Chi prova comunque a tentare la sorte, viene rimandato indietro.

All’inizio del 2021 e del suo insediamento Biden aveva immediatamente sospeso il programma, che Trump aveva invece introdotto nel 2019. A suo dire continuare a sostenere tale normativa significava appoggiare una politica fatta di maltrattamenti, pessime condizioni di vita e violenze ai danni di tutti quei migranti costretti nei campi profughi messicani. Il neo presidente aveva infatti definito il programma “inumano”.

L’amministrazione Biden ha comunque presentato un nuovo ricorso a una Corte d’Appello di New Orleans, ma in attesa di un nuovo responso ha dovuto necessariamente ripristinare il programma. La nuova attuazione comincerà da lunedì nelle città di confine di San Diego, Laredo, Brownsville ed El Paso.

Durante il suo insediamento e prima ancora, per tutta la campagna elettorale, Biden aveva assicurato di volersi immediatamente occupare della situazione della frontiera per risollevare la sorte di migliaia di migranti e garantire loro un futuro migliore. Ma a quasi un anno dall’insediamento il problema immigrazione resta ancora un grosso grattacapo a cui far fronte. Secondo alcune stime si direbbe addirittura che in numeri siano peggiorati, di molto, nonostante Biden abbia interrotto la costruzione del muro di protezione ai confini con il Messico, cominciata da Trump.

Secondo i dati riportati da Agi e provenienti dalla Border Patrol, sono 557 i migranti morti dall’inizio del 2021 al 30 settembre [3], al confine fra Stati Uniti e Messico. In sintesi, ci sono 254 decessi in più rispetto al 2020 e 300 rispetto al 2019. I migranti sono morti spesso proprio lungo il confine durante l’attraversamento, a volte a causa anche della criminalità che tenta di approfittare della situazione, abusando di loro. I trafficanti abbandonano le persone in aree molto pericolose, dove solitamente i soccorsi sono costretti ad intervenire per metter in salvo quante più vite possibili. Infatti nel 2021 gli interventi in questo senso sono praticamente raddoppiati: 12.854 persone salvate, contro le 5.335 del 2019.

[di Gloria Ferrari]