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L’attivista No Tav Emilio Scalzo sarà estradato in Francia

Emilio Scalzo, pensionato di 66 anni e attivista NoTav, è stato portato nel carcere Le Vallette di Torino e verrà estradato questa mattina in Francia. Contro di lui è stato emesso un mandato di cattura internazionale dopo la presunta aggressione ai danni di un gendarme francese nel contesto di una protesta No Border di solidarietà ai migranti che cercano di attraversare il confine italo-francese. Scalzo, inizialmente condannato ai domiciliari, è stato tradotto in carcere perchè il comportamento degli attivisti solidali potrebbe pregiudicare la possibilità di estradizione. Una decisione controversa, dal momento che non dipende da un comportamento tenuto da Scalzo, e che rende doverosa una riflessione sui modi di agire della giustizia, a pochi giorni dalla vicenda di Nicoletta Dosio [1].

Emilio Scalzo è un attivista NoTav molto conosciuto nella Val di Susa. Nato in Sicilia e trasferitosi in Piemonte molto giovane, è da sempre un fervente militante del movimento NoTav. Il 15 maggio 2021, nel contesto di una manifestazione pacifica No Border che esprimeva solidarietà nei confronti dei migranti che ogni anno muoiono o vengono arrestati mentre cercano di attraversare la frontiera tra Italia e Francia, Scalzo è stato arrestato [2] con l’accusa di aver aggredito un gendarme. La Francia ha richiesto la consegna di Scalzo come misura cautelare: il processo non è infatti ancora iniziato e l’attivista non ha ancora avuto modo di esporre la propria versione dei fatti. Inizialmente detenuto presso il carcere Le Vallette di Torino, a Scalzo erano stati poi concessi gli arresti domiciliari il 23 settembre.

Nella mattinata del 1° dicembre, poco dopo la visita dell’artista Zerocalcare che da tempo sostiene la causa di Scalzo, le Forze dell’Ordine lo hanno prelevato dalla propria abitazione e tradotto nuovamente in carcere. Tra i motivi addotti dalla Procura generale del Piemonte vi sarebbe il fatto che il presidio di sostenitori NoTav presente all’esterno della casa di Scalzo avrebbe potuto complicare l’estradizione [3]. Una soluzione che, se confermata, odora di iniquità, in quanto non determinata in prima istanza da un comportamento di Scalzo.

Emilio attendeva l’arresto «per una cosa della quale tutti si riempiono la bocca, la solidarietà dei migranti al confine: Emilio questa cosa l’ha praticata» ha affermato Zerocalcare, nel corso del loro incontro. Ma ancora una volta, la mano della giustizia colpisce forte chi ha il coraggio di lottare per un ideale.

[di Valeria Casolaro]