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Johnson & Johnson ha inscenato un fallimento per non risarcire i tumori provocati dal Talco

La società farmaceutica Johnson & Johnson ha inscenato un fallimento così da non dover fare direttamente i conti con decine di migliaia di azioni legali che si basano sulla tesi secondo cui il suo talco nonché altri prodotti contenenti lo stesso avrebbero fatto ammalare di cancro i consumatori. Il colosso statunitense, infatti, ha scaricato le relative responsabilità in una consociata separata da essa creata, la LTL Management LLC. Quest’ultima però, come si legge all’interno di un comunicato [1] della Johnson & Johnson – ha presentato istanza di protezione fallimentare, cosa che tuttavia non riguarda la società farmaceutica né le sue affiliate che «continueranno a svolgere le loro attività come di consueto».

Johnson & Johnson si è rifatta ad una strategia utilizzata spesso dalle società che affrontano contenziosi sull’amianto, ossia la sostanza collegata allo sviluppo di tumori che secondo i querelanti sarebbe appunto presente nei prodotti in questione. La società farmaceutica però ha sempre negato tutto ciò ed infatti il suo consigliere generale, Michael Ullmann, ha affermato che il colosso statunitense sostiene «con fermezza la sicurezza dei nostri prodotti cosmetici a base di talco». Tuttavia, l’intento è quello di  «risolvere tale questione nel modo più rapido ed efficiente possibile» essendo ciò di interesse «dell’azienda e di tutte le parti interessate». Proprio per questo Johnson & Johnson ha accettato di fornire alla nuova società 2 miliardi di dollari ed ha affermato che finanzierà le spese legali che LTL dovrà sostenere per i casi legati al talco.

A tal proposito bisogna ricordare che l’istanza di fallimento era stata inizialmente presentata da LTL presso un tribunale federale di Charlotte (in Carolina del Nord), ma recentemente Craig Whitley, un giudice fallimentare statunitense, ha ordinato di trasferire il contenzioso presso una corte federale nel New Jersey avendo Johnson & Johnson lì la sua sede legale. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters [2], questa decisione potrebbe costituire una potenziale battuta d’arresto per la società in quanto l’intento del colosso statunitense era quello di far risolvere il contenzioso presso il tribunale situato nella Carolina del Nord a causa di precedenti legali favorevoli.

Ad ogni modo, però, il Committee of Talc Claimants – un gruppo che rappresenta le persone sostenitrici della tesi secondo cui i prodotti a base di talco della Johnson & Johnson causino il cancro – la scorsa settimana ha depositato una dichiarazione [3] presso il tribunale fallimentare del New Jersey in cui tra l’altro ha accusato la società farmaceutica di aver utilizzato il processo di fallimento per ottenere un vantaggio nel contenzioso, sottolineando che «non c’è niente di più brutto di questo».

[di Raffaele De Luca]