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Le proteste contro le restrizioni anti-Covid riprendono vigore in tutta Europa

Le proteste contro la gestione della pandemia stanno riprendendo vigore in tutta Europa: in diversi Paesi, infatti, negli ultimi giorni i cittadini sono scesi in piazza per esprimere il loro dissenso nei confronti delle misure restrittive che i governi stanno imponendo in questo periodo. In tal senso, una delle manifestazioni più importanti è stata senza dubbio quella tenutasi a Bruxelles: nel fine settimana decine di migliaia di persone hanno marciato nella capitale belga per dire no alle politiche sanitarie imposte nel Paese, dove sono state inasprite le misure contro i non vaccinati. La protesta, iniziata in maniera pacifica, è successivamente sfociata nella violenza e nei pressi delle sedi dell’Unione europea si sono verificati scontri [1] con la polizia, che ha utilizzato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.

Momenti di tensione durante le proteste contro le politiche sanitarie vi sono stati anche nei Paesi Bassi. Le violenze sono iniziate venerdì sera a Rotterdam, dove quattro manifestanti hanno riportato ferite a causa dei colpi sparati dalle forze dell’ordine mentre 51 persone sono state arrestate. Il giorno seguente, invece, cinque poliziotti sono rimasti feriti [8] durante gli scontri a L’Aja ed almeno 40 manifestanti sono stati arrestati. Le autorità olandesi hanno usato cannoni ad acqua, cani e polizia a cavallo per bloccare i manifestanti, che hanno appiccato incendi e lanciato pietre. La rabbia deriva dal fatto che nel Paese è stato imposto un lockdown parziale per contenere l’aumento dei contagi, con una serie di restrizioni che interessano in particolare il settore della ristorazione, obbligato a chiudere alle ore 20:00. Tutto ciò poiché in Olanda i casi di Covid sono in aumento [9] nonostante quasi il 74% [10] della popolazione sia stata completamente vaccinata.

Pure in Austria nel weekend i cittadini hanno manifestato per esprimere la loro contrarietà riguardo le restrizioni imposte dal governo: il lockdown (entrato in vigore nella giornata di lunedì) e l’obbligo di vaccinazione che scatterà il primo febbraio 2022. Decine di migliaia di persone hanno preso parte alla protesta svoltasi a Vienna, durante la quale sono state esposte bandiere nazionali e striscioni con la scritta «Libertà». I manifestanti hanno inoltre gridato parole quali «Resistenza» e riservato fischi alle forze dell’ordine presenti in maniera massiccia. A tal proposito non sono mancati momenti di tensione, e ci sono stati scontri tra i manifestanti e gli agenti.

Da citare poi Guadalupa, territorio d’oltremare francese. Episodi di violenza si sono infatti verificati durante le proteste contro il pass sanitario e la vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari: secondo quanto riportato dai media locali [17], nella notte tra venerdì e sabato alcuni negozi sono stati saccheggiati, mentre nella notte successiva sono stati sparati colpi d’arma da fuoco contro le forze dell’ordine. Per questo motivo, alcune persone sono state successivamente arrestate.

Detto ciò, anche a Zagabria, in Croazia, le persone sono scese in piazza per esprimere il loro dissenso nei confronti delle restrizioni introdotte per contenere il Covid-19 e, in particolare, nei confronti del Green pass. I manifestanti hanno dunque chiesto di abolire i certificati Covid, che sono obbligatori per i dipendenti pubblici e per tutti coloro che accedono ad istituzioni statali.

Infine, proteste simili si sono verificate anche in Italia: a Roma nella giornata di sabato si è infatti tenuta una manifestazione [20] molto partecipata contro il Green Pass presso il Circo Massimo, con decine di migliaia di persone che hanno partecipato al sit-in in questione cantando cori come «libertà, libertà» e «la gente come noi non molla mai».

[di Raffaele De Luca]