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Una torre italiana sta dissetando interi villaggi africani

Si chiama Warka Water [1] ed è una torre in grado di dissetare interi villaggi. Le sue peculiarità? È italiana, è costruita con materiali naturali a basso impatto ambientale – come il bambù, fibre naturali e bioplastica -, ed è in grado di raccogliere 80 litri di acqua al giorno. Oggi la torre è arrivata al suo quarto modello [2] ed è installata in altre parti dell’Africa. Il creatore è l’architetto viterbese Arturo Vittori il quale, dopo un lungo viaggio in Etiopia nel 2013, ha deciso che la sua missione sarebbe stata portare acqua potabile dove, fino a quel momento, non era stato possibile farlo.

Durante la sua permanenza africana, l’inventore italiano si ritrovò davanti alla drammatica situazione in cui vivevano le comunità; lì, vide come donne e bambini facessero tantissimi chilometri per rifornire il villaggio di acqua la quale, però, non era bevibile. Così, due anni dopo, ha progettato la prima Warka Tower a Dorze, comunità rurale nel sud dell’Etiopia. Alta circa 10 metri e pesante 60 kg, la torre è costruita in modo che possa raccogliere sia l’acqua piovana che quella presente nell’atmosfera grazie all’umidità e alla condensa causate dagli sbalzi di temperatura e, per questo, può funzionare anche nel deserto (l’escursione termica). È composta da una rete, una tettoia e una cisterna per la raccolta dell’acqua. Una struttura richiedente una semplice manutenzione  che permette, quindi, agli abitanti del villaggio di gestirla autonomamente.

La torre prende il nome dall’albero di fico “Warka”, molto importante per il popolo etiope perché, sotto alla sua ombra, si raduna in assemblea. E proprio come l’albero, anche la torre svolge una funzione sociale. Grazie, infatti, all’acqua che raccoglie, gli abitanti dei villaggi hanno più tempo da dedicare ad altre attività di gruppo, come la coltivazione di piccoli orti. Dal 2015 il progetto non si è mai fermato e il modello della torre si è evoluta arrivando a contenere anche pannelli solari in grado di produrre energia elettrica.

[di Eugenia Greco]