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Stati Uniti, Biden rilascia concessioni petrolifere su un’area più grande dell’Italia

La Cop26 si è conclusa da nemmeno quattro giorni e l’ipocrisia dei partecipanti inizia già a fare capolino. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nonostante gli impegni sottoscritti, è pronto a rilasciare [1] concessioni petrolifere su oltre 320 mila chilometri quadrati di mare nel Golfo del Messico: un’area più grande dell’Italia. Nella giornata di oggi, infatti, saranno messi all’asta i diritti di trivellazione, con il risultato che la produzione petrolifera aumenterà fino a 1,12 miliardi di barili di petrolio e 4,4 trilioni di piedi cubi di gas disponibile per l’estrazione.

In merito alle concessioni, però, l’amministrazione Biden ritiene che non vi siano alternative: il presidente negli scorsi mesi aveva infatti interrotto temporaneamente l’emissione dei permessi di trivellazione di petrolio e gas nelle terre di proprietà pubblica e nel territorio oceanico americano. Tuttavia, alcuni stati americani produttori di petrolio hanno successivamente intentato e vinto una causa volta a ripristinare le vendite, in quanto il governo non aveva adottato le misure necessarie per sospendere i nuovi contratti di locazione. Proprio questa battuta d’arresto in tribunale, dunque, secondo l’amministrazione del presidente Usa avrebbe costretto quest’ultima a rilasciare tali concessioni.

Questa posizione però non è stata condivisa da alcuni gruppi ambientalisti, che a fine agosto hanno citato in giudizio [2] l’amministrazione cercando di fermare il rilascio delle concessioni. All’intero di tale pendente causa, tra l’altro, si legge che le concessioni sono state approvate «facendo affidamento su analisi ambientali arbitrarie in violazione della legge nazionale sulla politica ambientale (NEPA) e della legge sulla procedura amministrativa (APA)».

Oltre a ciò, dopo che la notizia della imminente asta è in questi giorni rimbalzata sulle pagine dei giornali, 267 organizzazioni di vario tipo hanno scritto una lettera [3] al presidente Biden chiedendo nuovamente di non rilasciare tali concessioni in quanto «la sua amministrazione ha l’autorità per farlo». Tuttavia, a quanto pare tali richieste non sono state prese in considerazione dall’amministrazione che, ricordano i firmatari della lettera, ha «in maniera oltraggiosa concluso che tutto ciò non contribuirà al cambiamento climatico» nonostante si tratti della «più grande vendita di leasing offshore nella storia degli Stati Uniti».

[di Raffaele De Luca]