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Covid: l’Irlanda torna alla restrizioni nonostante il 92% degli adulti sia vaccinato

L’Irlanda torna alle restrizioni contro il Covid. L’annuncio è stato dato ieri sera in un discorso alla nazione da parte del capo del governo Micheál Martin: già da oggi chiunque sia stato in contatto con un positivo dovrà rimanere per cinque giorni in quarantena, anche se vaccinato. Da domani, 18 novembre, torneranno in vigore gli orari di chiusura anticipati per pub, ristoranti e locali; mentre i lavoratori dovranno ricominciare a operare in remoto. Le norme arrivano a seguito di un nuovo picco di contagi, ottenuto nonostante il 92% della popolazione vaccinabile abbia già ricevuto entrambe le dosi (il 77% della popolazione totale).

Secondo quanto specificato [1], da domani i locali pubblici dovranno abbassare le saracinesche entro le ore 24. Per accedere a pub, ristoranti, discoteche e locali sarà necessario mostrare la prova dell’avvenuta vaccinazione o della guarigione dal Covid-19, così come per accedere a cinema e teatri. I locali avranno l’obbligo di vietare l’ingresso a chi non sia in regola con la documentazione e dovranno anche verificare i documenti d’identità degli avventori, in caso contrario potranno subire multe e chiusure. Introdotte anche nuove misure, ad occhio e croce difficili da controllare, sugli incontri familiari: le famiglie non completamente vaccinate potranno ospitare in casa solo altre famiglie non vaccinate, mentre “se sei completamente vaccinato puoi incontrare al chiuso persone di una famiglia non vaccinata se non sono a rischio di malattie gravi e non ci sono più di 3 famiglie in tutto”.

A fronte di un tasso di vaccinazioni che lo pone al quinto posto in Europa [2] l’Irlanda ha raggiunto il picco di 4.200 persone attualmente positive, il più alto dal gennaio scorso. Attualmente sono 634 i ricoverati [3], 114 dei quali in terapia intensiva. Numeri, questi ultimi, ancora lontani dai picchi più alti. Tuttavia una proiezione effettuata dal Comitato Covid del governo (equivalente del CTS italiano) ha stimato che [4], secondo le peggiori proiezioni, nonostante i vaccini presto fino a 500 persone potrebbero avere bisogno del ricovero in terapia intensiva. Le proiezioni migliori ne stimano invece la metà.

Di fronte a questi dati il ministro della Salute irlandese, Stephen Donnelly, ha affermato [5] che «nessuno può affermare che presto non si tornerà ad un blocco totale» come durante la prima e la seconda ondata: la medesima situazione di quando non c’erano i vaccini insomma. Ma sulla campagna vaccinale nessuna riflessione, anzi: il premier Micheál Martin ha annunciato [6] che «i programmi di vaccinazione e di richiamo rimangono al centro della risposta del Governo al Covid-19» e che verrà accelerata «la distribuzione di dosi booster a tutti coloro che hanno fragilità o un’età superiore a 50 anni».