- L'INDIPENDENTE - https://www.lindipendente.online -

I lavori per il TAV in Val di Susa consumano ogni giorno acqua per 23.000 persone

Dall’inizio dei lavori per il TAV Torino-Lione (nel 2014), al dicembre 2018, sono fuoriusciti dall’area del cantiere 9 milioni m³ di acqua, per una media annua di 1,85 milioni m³) a causa dei lavori di costruzione. Una quantità d’acqua che sarebbe sufficiente per i consumi di ben 23.000 cittadini italiani (considerando i dati Istat [1] sul consumo pro capite). È quanto calcolato in base al Bilancio ambientale del cunicolo esplorativo de La Maddalena [2], predisposto da TELT sas [3], l’azienda che si occupa della realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione).

Non utilizzabile per scopi di cantiere, l’acqua che esce dal depuratore a valle del cunicolo finisce quindi nel fiume piemontese Dora Riparia, dando vita a un significativo dispendio energetico e non solo. Depurare e raffreddare l’acqua prima che venga immessa nel fiume (come previsto dalla legge [4] così da non alterarne il normale equilibrio) costa energia ed emette inquinanti. L’impatto sulla risorsa idrica è reale, vista l’alterazione del naturale ciclo che questa dovrebbe compiere. Ruscelli stagionali, pozze, sorgenti cancerizzanti, stagni, torbiere d’alta quota possono essere compromessi con ripercussioni su flora e fauna e sui pascoli, ma anche borgate e rifugi rischiano di non avere più risorse idriche – sostituibili, sì, ma con ingenti costi tanto economici quanto ambientali -. E se i rischi sopraelencati sono vividi già solo con degli interventi “insignificanti” (se paragonati all’opera completa da effettuare), è necessario riconsiderare [5] il progetto intero, come indicano gli ormai trenta anni di proteste (speso represse in malo modo [6]) in Val di Susa.

Da considerare poi che la galleria attualmente utilizzata per i lavori è una galleria geognostica (ovvero di test) e quindi meno lunga e profonda di quella principale ancora da costruire, che misurerà ben 57 km. Plausibile quindi che le perdite diverranno proporzionalmente maggiori. La stessa TELT, infatti,  valuta perdite d’acqua tra i 60 e i 120 m³ l’anno, equivalente al fabbisogno di, rispettivamente 750.000 e 1.500.000 di persone. I rischi relativi a lavori tanto impattanti a livello territoriale erano già stati previsti dall’inizio del progetto, comunque approvato dalle autorità competenti. Anzi, nonostante una chiara e progressiva, dimostrativamente rischiosa ripercussione [5] sul territorio, il Governo Draghi [7] ha, quest’anno, sbloccato i lavori in Val di Susa mentre in estate sono stati aggiunti [8] tre miliardi di euro per la prosecuzione del TAV Torino-Lione.

[di Francesca Naima]