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L’Italia sostiene l’alleanza per l’addio alle fonti fossili, ma solo a metà

Il ministro per la Transizione Ecologica Cingolani ha annunciato l’adesione dell’Italia al Beyond Oil and Gas Alliance (BOGA). Si tratta di un’alleanza globale, promossa da Danimarca e Costa Rica, i cui Paesi firmatari si impegnano in iniziative concrete per un graduale abbandono dei combustibili fossili. Ciò che il ministro non ha però specificato è che l’Italia aderirà come semplice Friend of BOGA, ovvero senza impegnarsi in nessuna delle iniziative innovative dell’alleanza come lo stop alle nuove concessioni per gas e petrolio, ma limitandosi ad allineare la produzione di idrocarburi con gli obiettivi di Parigi.

Il BOGA [1] è stato promosso da Danimarca e Costa Rica nell’ambito della Cop26 e si pone obiettivi e iniziative concreti per l’abbandono graduale dei combustibili fossiliCingolani [2] ha annunciato entusiasticamente l’adesione dell’Italia a tale progetto, sostenendo che “L’Italia su questo programma è perfino più avanti e abbiamo le idee chiare: il grande piano per le rinnovabili con 70 miliardi di watt per i prossimi 9 anni per arrivare al 2030 con il 70 per cento di energia elettrica pulita”. Ovvero esattamente quanto previsto per rimanere in linea con gli Accordi di Parigi.

Dei tre livelli di adesione, l’Italia è stata infatti l’unica ad entrare come Friend, ovvero il grado più esterno e meno impegnativo, che non obbliga a bloccare tutte le concessioni per gas e petrolio né nello stop alle trivellazioni, il cuore dell’innovazione voluta dall’alleanza.

I Paesi che hanno avuto il coraggio di aderire pienamente non sono molti: tra i core members vediamo infatti Danimarca, Costarica, Francia, Groenlandia, Irlanda, Quebec, Svezia, Galles, mentre California, Nuova Zelanda e Portogallo partecipano come associate members e l’Italia, fanalino di coda, come friend. 

Si tratta di una presa di posizione che riflette un atteggiamento non sempre chiaro del governo sulle questioni ambientali: ne costituiscono un esempio il dubbio contenuto del Patto per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiETSAI) [3] o le affermazioni di Cingolani riguardo la necessità di investire nelle risorse fossili [4] per evitare il deficit energetico. Tali elementi fanno sorgere un quesito su quanto la transizione ecologica costituisca una priorità per il Governo.

[di Valeria Casolaro]