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Il gioco della Transizione: al Cop26 l’ennesimo parto globalista del World Economic Forum

Un altro annuncio arriva dalla CoP26 in corso a Glasgow, in Scozia. Questa volta, alla conferenza ONU sul clima, il World Economic Forum (WEF) – insieme all’inviato speciale presidenziale degli Stati Uniti per il clima John Kerry – illustra la nascita della piattaforma chiamata First Movers Coalition [1] e cosa questa sarà chiamata a fare. Tale soggetto sarà l’ennesima partnership pubblico-privata in cui le aziende multinazionali prenderanno laute sovvenzioni per risolvere problemi ai quali hanno enormemente contribuito con grande profitto. Infatti, a detta del WEF, le tecnologie per arrivare a “emissioni zero” nel 2050 sono in fase di sviluppo e potrebbero essere pronte nel 2030 grazie alla cooperazione tra il settore pubblico e privato. In sostanza, il pubblico deve sostenere gli sforzi del privato e metterlo al riparo dai rischi degli investimenti e della produzione in nuove tecnologie.

«Affinché gli innovatori e gli investitori possano fare la loro parte nell’affrontare la crisi climatica, hanno bisogno di una chiara domanda del mercato. La First Movers Coalition sfrutterà il potere d’acquisto collettivo delle aziende leader e guiderà la necessità di queste tecnologie», ha affermato Børge Brende, Presidente del World Economic Forum. La “coalizione” opererà in otto differenti settori: acciaio, cemento, alluminio, prodotti chimici, spedizioni, aviazione e autotrasporti. Faranno parte di questa ennesima partnership pubblico-privata: Airbus, Amazon, Apple, Bank of America, Boeing, Cemex, Delta Air Lines, United Airlines, Volvo Group e altri colossi economici. Sul sito del nuovo soggetto, si scrive [2]: «Raggiungere la decarbonizzazione dell’industria è possibile. I principali esperti e organizzazioni, compresi quelli all’interno della Mission Possible Partnership [3], hanno sviluppato percorsi di transizione basati sulla scienza che delineano quali soluzioni net-zero saranno necessarie per raggiungere questo obiettivo».

E chi è la Mission Possible Partnership? Un ente privato tra i cui fondatori abbiamo il WEF e finanziato da Bezos Earth Fund e Bloomberg Philanthropies, ovvero le fondazioni del fondatore di Amazon Jeff Bezos e del plurimiliardario fondatore dell’omonimo impero mediato Michael Bloomberg. L’International Energy Agency, che stima [4] per il prossimo decennio un balzo del PIL globale grazie alla “transizione”, è partner di tale ente appartenente alla galassia di alleanze globaliste del grande capitale. Come specificato dallo stesso WEF, tali impegni sono presi anche grazie ad altri soggetti sorti dalla “coalizione” dei colossi dell’economia mondiale: Road Freight Zero, Clean Skies for Tomorrow Coalition, Climate Group e Getting to Zero Coalition.

Road Freight Zero [5] riunisce soggetti come Eni, Nestlé, PepsiCo, Unilever, Walt Disney Company, oltre ad una sfilza di banche e di aziende del settore della logistica e dei trasporti. Clean Skies for Tomorrow Coalition [6] e Climate Group [7] potrebbero invece essere definite “meta-piattaforme”, essendo piattaforme di altre piattaforme che riuniscono centinaia di soggetti economici privati. Getting to Zero Coalition [8] riunisce i più grandi armatori al mondo insieme ad aziende della logistica marittima.

La First Movers Coalition è quindi l’ennesimo parto del World Economic Forum che va ad aggiungere una nuova stella alla galassia di enti privati che si mischiano e si confondono con il pubblico erodendo la democrazia – e i suoi processi decisionali – e drenando risorse in favore degli interessi di chi sostiene il Grande Reset [9] e la Quarta Rivoluzione Industriale.

[di Michele Manfrin]