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Non li legge più nessuno: la crisi senza fine dei giornali italiani

Sempre meno lettori, sempre più anziani: questo il quadro desolante dei quotidiani italiani. Un calo in atto da tempo, ma che negli ultimi mesi è diventato un crollo verticale: secondo gli ultimi dati Audipress [1] solo nell’ultimo trimestre i giornali hanno perso complessivamente 227 mila lettori. Se si osserva lo scenario nel lungo periodo la situazione è ancora peggiore. Dal 2014 al 2021 i lettori dei quotidiani nel giorno medio sono calati del 40,81%: da 19 milioni e 351 mila al giorno a 11 milioni e 453 mila: fanno quasi 7,9 milioni di lettori in meno. Un dato desolante al quale si deve aggiungere il fatto che, nello stesso periodo, sono più che dimezzati i lettori di età inferiore ai 34 anni, ormai appena un quinto del totale. Altro indicatore che di certo non consente di immaginare un futuro roseo per la stampa italiana.

L’Audipress nel comunicato [2] che accompagna i dati prova a correggere il tiro tratteggiando risultati per le copie digitali dei quotidiani che a prima vista sembrano molto positivi: sottolineando come dal 2014 al 2021 i lettori delle repliche digitali dei quotidiani siano moltiplicati passando da 587 mila a 1,48 milioni. Un aumento che però non basta certo a bloccare l’emorragia complessiva.

La realtà è che quasi tutti i giornali italiani versano una crisi economica endemica e gravissima. Fossero normali imprese avrebbero chiuso i battenti da un pezzo, eppure sono ancora li. Come? Semplice: per alcuni di questi esiste la manna del finanziamento pubblico (anche se sono sempre meno [3] quelli che lo percepiscono) per altri esistono editori disposti a perderci anche molti soldi. I tre principali magnati della stampa quotidiana in Italia: Elkann (Repubblica, La Stampa ed altri 15 quotidiani), Caltagirone (Leggo, Il Messaggero, Il Mattino, ed altri) e Angelucci (Libero, Il Tempo, ed altri) perdono montagne di quattrini con i giornali [4]. Evidentemente, anche se la gente comune ormai neppure li sfoglia al bar, possedere i quotidiani continua ad essere percepito da alcuni imprenditori un ottimo modo per influenzare la politica. A questo punto non dovrebbe sorprendere più di tanto apprendere un ultimo dato: in Italia solo il 27% dei cittadini [5] ritiene i media mainstream una fonte di informazione affidabile.