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Dopo Trieste, anche Udine e Treviso vietano i cortei democratici con il pretesto dei contagi

Dopo che a Trieste sono state vietate [1] le manifestazioni in Piazza Unità d’Italia fino al 31 dicembre, adesso anche in altre città italiane i sindaci hanno annunciato provvedimenti simili. Mario Conte, il sindaco di Treviso, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali [2] ha infatti recentemente comunicato che Piazza dei Signori «non sarà più a disposizione per questo tipo di manifestazioni», alludendo in tal modo alle proteste contro il Green Pass. Inoltre, anche ad Udine il sindaco Pietro Fontanini ritiene necessario porre un freno alle manifestazioni ed in maniera particolare si dichiara a favore dell’interdizione di piazza Libertà.

Nello specifico, a Trieste il divieto di manifestare al momento consisterà semplicemente nel dire “no” ad eventuali richieste di autorizzazione delle proteste. Esso tuttavia potrebbe divenire più drastico nel periodo natalizio: «Speriamo di non dover arrivare al punto di fare un’ordinanza», ha affermato il sindaco Conte. La repressione infatti viene giustificata con l’esigenza non solo di preservare l’ordine pubblico ma soprattutto di garantire ai commercianti di poter lavorare tranquillamente in un periodo fondamentale in ottica affari. «Sacrosanto è il diritto di protestare, come sacrosanto è il diritto per tutti gli altri cittadini di vivere la città, di poter lavorare e fare shopping in serenità», ha aggiunto.

Per quanto riguarda Udine invece, il sindaco come detto vuole soprattutto interdire piazza Libertà. In tal senso, come riportano i giornali locali [3], il suo intento è quello di far arrivare le manifestazioni solo fino a piazza Primo Maggio o in alternativa organizzare cortei nella zona dello stadio: piazza Libertà secondo Fontanini è «troppo piccola per contenere la massa di persone che abbiamo visto nelle varie manifestazioni che si sono susseguite nelle ultime settimane». Fontanini nella giornata di ieri si è anche incontrato con il presidente della Regione Massimiliano Fedriga e il prefetto Massimo Marchiesello ed ha anticipato tali richieste, che sono giustificate dalla necessità di tutelare «la sicurezza e la salute». È per tale motivo infatti che il sindaco non vuole solo limitarsi ad impedire le manifestazioni in piazza Libertà, ma vuole anche inasprire i controlli sul distanziamento e l’uso delle mascherine durante i cortei.

Detto ciò, Fontanini non è comunque l’unico sindaco ad aver discusso con Fedriga del divieto delle manifestazioni: secondo quanto riportato [4] da Tgr Friuli Venezia Giulia, il presidente della Regione ed il commissario di Governo Valenti si sono confrontati con il sindaco di Udine e con quello di Trieste nonché con quelli di Pordenone e Gorizia. L’intento, a quanto pare, è quello di adottare una linea di azione comune, seppur calibrata in base alle esigenze di ciascun territorio.

[di Raffaele De Luca]