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L’India schiera le armi americane al confine con la Cina

L’India ha ampliato il proprio arsenale [1] con armi di produzione americana recentemente acquisite che ha disposto lungo il proprio confine con la Cina, detto anche LAC (Linea di controllo effettivo). Si tratta di un rafforzamento della linea offensiva che segna il proseguimento della tensione tra i due Paesi e il fallimento dei tentativi diplomatici.

L’arsenale comprende elicotteri Chinook, obici trainati ultraleggeri, fucili, missili da crociera supersonici (di produzione indiana) e un moderno sistema di sorveglianza che sia di supporto alle truppe indiane al confine con il Tibet orientale. L’intento è di creare un esercito agile di cui disporre rapidamente in caso di necessità. Lungo la LAC sono stati dispiegati, solamente nell’ultimo anno, 30mila soldati e una brigata di aviazione. La preoccupazione crescente nei confronti della Cina ha spinto l’India, così come diversi altri Paesi della zona indo-pacifica [2], a intensificare i propri rapporti con gli USA.

La zona in cui si trova il dispiegamento ha il nome di Arunachal Pradesh ed è sita nell’altipiano di Tawang, nel nord-est dell’India, vicino a Buthan e Tibet. Si tratta di un territorio rivendicato dalla Cina ma controllato dall’India, per la quale costituisce un vero e proprio Stato dal 1986. La contesa ha inizio nel 1914, quando fu tracciata la linea di confine tra India e Cina dall’amministrazione britannica dell’India e dal Tibet. Pechino non riconobbe mai la validità di tale divisione, nemmeno in seguito all’annessione del Tibet nel 1951. Dopo una breve guerra nel 1962 le relazioni diplomatiche tra i due Paesi sono rimaste in stallo sino al 1976. Gli scontri tra le due parti sono proseguiti anche in seguito alla ripresa dei dialoghi, culminando il 15 giugno 2020 in un conflitto che aveva portato alla morte di 20 soldati indiani e 4 cinesi. Si è trattato del primo scontro mortale in almeno 45 anni [3]. In seguito a tale evento, entrambe le parti hanno rafforzato i propri eserciti lungo la linea.

Al momento le parti si sono impegnate in trattative per il disimpegno militare, ma non sono ancora giunte a un accordo sul ritiro dalle zone vicino al Kashmir. Secondo Rajeswari Pillai Rajagopalan, direttore del Center for Security, Strategy and Technology presso la Observer Research Foundation di Nuova Delhi, l’India deve migliorare le capacità e infrastrutture al confine, motivo per cui ha bisogno delle attrezzature di partner come gli USA.

[di Valeria Casolaro]