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Cime Bianche, l’ultimo paradiso incontaminato delle Alpi è sotto assedio

Un progetto avente ad oggetto la realizzazione di un nuovo collegamento funiviario potrebbe mettere in pericolo il Vallone delle Cime Bianche, che si estende per una lunghezza di circa 10 chilometri nel Comune di Ayas (Valle d’Aosta) e rappresenta «l’ultimo esteso spazio integro del versante Sud del massiccio del Monte Rosa». A denunciarlo sono diverse associazioni ambientaliste – tra cui il Comitato Ripartire dalle Cime Bianche, il Wwf e Mountain Wilderness – che in una missiva [1] inviata recentemente al Ministero della Transizione Ecologica hanno chiesto a quest’ultimo di «attivarsi a difesa del patrimonio naturale nazionale ed europeo» nonché di «evitare un ulteriore colpevole dispendio di fondi pubblici». In tal senso, ricordano le associazioni, sono in corso «attività propedeutiche per costruire un collegamento funiviario tra i comprensori sciistici del Monterosa Ski e di Cervinia-Zermat», i quali confinano con il Vallone.

Tutto ciò «nonostante il riconosciuto e inestimabile valore del Vallone»: buona parte dello stesso infatti è «ricompresa nell’area Natura 2000 ZPS/ZSC». In pratica, il Vallone è «sottoposto al regime normativo previsto per le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e per le Zone di protezione speciale (ZPS), che prevedono un sistema di massima tutela naturalistica da parte delle norme europee ed italiane». Tale tutela viene riservata proprio poiché esso «presenta nel suo insieme una straordinaria varietà e stratificazione di ricchezze naturalistiche, paesaggistiche, storico-culturali e archeologiche, che lo rendono unico nel suo genere».

Ad ogni modo non si tratta della prima volta che le associazioni ambientaliste di schierano contro tale progetto, difatti la lettera fa seguito alla diffida inoltrata il 5 dicembre 2020 dalle stesse, a cui tuttavia né la Regione Autonoma Valle d’Aosta né la società Monterosa SpA (che ha proposto il progetto) hanno ritenuto di dare riscontro. Tramite la diffida infatti era stato chiesto motivatamente di «non dare corso a qualsiasi attività di progettazione che riguardasse la realizzazione di impianti di risalita e piste da sci in area Natura 2000», ma la Monterosa SpA, in accordo con la Regione, nel mese di maggio 2021 ha comunque «affidato un incarico per l’effettuazione di studi preliminari di fattibilità degli impianti». Tale incarico però secondo le associazioni sarebbe appunto illegittimo avendo ad oggetto un «collegamento impiantistico in un’area facente parte della rete europea Natura 2000», il che è «espressamente vietato dalla legge».

A tutto ciò si aggiunga che, secondo quanto affermato [2] dal coordinatore del Comitato ripartire dalle Cime Bianche Marcello Dondeynaz, «le località di Cervnia-Zerman e del Monte Rosa sono sufficientemente grandi e attrezzate e la creazione del collegamento servirebbe solo per motivi di marketing, per poter dire di aver creato uno dei comprensori più grandi al mondo». In tal senso, ha aggiunto Dondeynaz, «se l’impianto funzionerà solo da collegamento non porterà ricchezza alla Val d’Ayas, che rischia di diventare unicamente una via di transito per i turisti diretti a Cervinia».

[di Raffaele De Luca]