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L’Italia una volta tanto è virtuosa: sul riciclo della carta è avanti di 15 anni

Buone notizie sul fronte italiano di riciclaggio della carta: il Belpaese ha raggiunto, con ben quindici anni di anticipo, l’obiettivo europeo [1]Secondo il Rapporto Unirima [2] 2021 sull’economia circolare presentato a Roma, nel 2020 in Italia l’87,3% degli scarti provenienti dalle industrie cartarie ed editoriali e da uffici, attività commerciali, di trasporto e di rifiuti domestici, è stato lavorato affinché potesse essere recuperato e riutilizzato. Un risultato ottimo, considerando il periodo da cui stiamo uscendo. La crisi pandemica, infatti, ha determinato un calo delle attività produttive del 4,1% nel 2020 che ha portato la filiera a sostenersi – e poi riprendersi – con la produzione di imballaggi derivanti dal boom dell’e-commerce e del delivery, segnando un incremento del 45% rispetto all’anno precedente.

Nello specifico, l’obiettivo – il quale prevede il riciclo dell’85% dei rifiuti urbani entro il 2035-, è stato raggiunto dai 600 impianti distribuiti sul territorio nazionale, i quali hanno prodotto 6,8 milioni di tonnellate di carta da macero e comportato un aumento del 3,2% della produzione di materia prima rispetto al 2020. Un incremento che ha risposto in modo più che adeguato alle esigenze del mercato, confermando come l’Italia abbia puntato al recupero e al riuso della carta, sviluppando un comparto più che efficiente. Questo, infatti, oltre a ottenere materiale per l’uso interno, esporta annualmente circa 1,8 milioni di tonnellate di materia prima di qualità, considerando che il totale della raccolta di carta e cartone italiana – la quale avviene attraverso i canali domestici e industriali -, è pari a circa 7 milioni di tonnellate. Ruolo fondamentale nella regolamentazione del settore è stato giocato anche dall’End of Waste (Cessazione della qualifica di rifiuto)- regolamentato nella direttiva 2008/98/CE [3]  e dal piano d’azione “Pacchetto Economia Circolare [4]” . In più, il PNRR [5] prevede 58,47 miliardi di euro finalizzati all’attuazione di alcune iniziative nell’ambito ecologico, di cui 1,5 miliardi sono desinati sia alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti, sia all’ammodernamento di quelli esistenti.

[di Eugenia Greco]