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Cortina d’Ampezzo: cittadini e associazioni protestano contro le olimpiadi del 2026

Tutela del territorio e delle montagne, contrasto di ogni nuova struttura che causi consumo di suolo, una Valutazione di Impatto Strategico (Vas) a norma di legge dei progetti approvati. Sono queste le richieste principali ribadite con forza, a Cortina d’Ampezzo da oltre 50 comitati e centinaia di singoli cittadini durante una manifestazione svoltasi per denunciare le criticità legate alle prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026. Il comunicato [1] delle associazioni ribadisce che «i grandi eventi sportivi internazionali sono incompatibili con una corretta gestione del territorio tanto fragile di tutte le Alpi» e che «le Olimpiadi sono l’occasione per imporre ai territori altre infrastrutture incompatibili con i cambiamenti climatici in atto e con la necessità di salvaguardare ogni lembo di territorio rimasto libero».

Hanno giudicato poi «inconcepibile che un evento come quello di Milano Cortina 2026, dichiarato a costo zero e sostenibile, ad oggi non abbia portato a conoscenza dei cittadini l’entità dei progetti in corso, la loro qualità, i loro costi e il loro impatto e gestione sui territori interessati», denunciando la mancanza di una VAS (Valutazione di impatto strategico) con il fine di determinare «l’incidenza complessiva di tutte le opere sui territori, sul sociale e sulla economia». Essa tra l’altro era stata negli scorsi mesi anche richiesta [2] ufficialmente da diverse associazioni ambientaliste, ma ad oggi non è stata presa in considerazione dalle amministrazioni.

In armonia con i tempi, le olimpiadi di Cortina ’26 sono un trionfo della comunicazione green. Dal logo alle dichiarazioni di organizzatori e politici, ogni narrazione sull’evento è infarcita di concetti come “sostenibilità”, “economia circolare”, “impatto zero”. Una retorica che appare ben lontana dalla realtà dei fatti [3] e causa le proteste della popolazione locale, che vede con i propri occhi gli effetti dei cantieri sulle montagne. È stato il caso, nelle scorse settimane, del progetto di ristrutturazione della pista da bob “Eugenio Monti”, a Cortina, che causerà ulteriore consumo di suolo in un’area già molto antropizzata. Quando, se si avesse avuto a cuore la preservazione ambientale, secondo le associazioni sarebbe bastato spostare le gare nella vicina Innsbruck, già dotata di strutture adeguate.

[di Raffaele De Luca]