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Francia, tribunale obbliga il governo a rispettare gli impegni sul clima

Per la prima volta nella storia, un tribunale ha obbligato uno Stato ad agire per far fronte alla crisi climatica. La Corte amministrativa di Parigi, con una sentenza di giovedì scorso, ha infatti ordinato al governo francese di adottare tutte le misure necessarie per rimediare ai danni ecologici e prevenire un ulteriore aumento delle emissioni di carbonio entro la fine di dicembre 2022. La decisione, non a caso, è stata presa come conseguenza del superamento del budget di carbonio 2015-2018. Una sentenza memorabile – commenta Le Monde [1] che ha visionato il documento – che rafforza quella emanata lo scorso febbraio quando il governo aveva ricevuto solo un semplice richiamo.

La presa di posizione giudiziaria rientra nel più ampio contesto di un’azione legale battezzata ‘l’affaire du siècle [2]‘ – l’affare del secolo – avviata nel 2019 da diverse organizzazioni non governative con il supporto di oltre due milioni di cittadini francesi. In questo caso, i giudici amministrativi si sono espressi sottolineando la necessità di compensare le emissioni di gas serra prodotte in eccesso. Ovvero, oltre le soglie massime che lo stesso governo si era fissato dopo l’approvazione dell’Accordo di Parigi. La Francia – secondo il tribunale – avrebbe infatti rilasciato in atmosfera ben 62 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 in più. Pur tenendo conto della mitigazione offerta dalla condizione pandemica, rimarrebbero comunque da compensare almeno 15 milioni di tonnellate equivalenti entro la fine del 2022.

La novità, dicevamo, sta poi nel carattere vincolante della sentenza. Sebbene non siano previste sanzioni o altre pene, lo stato ha l’obbligo di agire rimediando alla propria inadempienza. E se si tratta della prima imposizione riguardo la questione climatica, non è tuttavia la prima volta che la Francia viene condannata: ad agosto la più alta Corte amministrativa francese aveva già multato lo stato per 10 milioni di euro per non aver migliorato la qualità dell’aria. Anche nel resto d’Europa, sebbene in misura diversa, la giustizia sembra essere dalla parte di chi chiede obiettivi climatici ambiziosi e misure concrete. In Germania, ad esempio, la Corte suprema ha stabilito che il paese deve aggiornare la sua Legge sul clima entro la fine del prossimo anno di modo da stabilire come effettivamente intende ridurre le emissioni di carbonio quasi a zero entro il 2050. Nei Paesi Bassi, invece, l’Alta Corte ha ordinato al governo di intensificare la sua lotta contro il cambiamento climatico e di ridurre le emissioni di gas serra più rapidamente.

[di Simone Valeri]