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Slovenia: la Corte Costituzionale boccia l’obbligo vaccinale di fatto per i dipendenti pubblici

La Corte Costituzionale della Slovenia, con sette voti a favore e due contrari, ha temporaneamente sospeso un obbligo vaccinale mascherato che il governo voleva introdurre nei confronti dei dipendenti pubblici. A partire dalla giornata di venerdì scorso è infatti entrata in vigore la decisione della Corte [1], che ha accolto la richiesta del sindacato di polizia della Slovenia di effettuare un’analisi sulla legittimità costituzionale dell’articolo 10 bis contenuto all’interno del decreto del governo sul lasciapassare sanitario.

Secondo il sindacato tale articolo introdurrebbe una vaccinazione obbligatoria di fatto per i dipendenti pubblici poiché, mentre il primo comma dell’articolo 5 del decreto subordina la possibilità di lavorare alle classiche condizioni per ottenere il Green Pass (essere guariti dal virus, essersi vaccinati o aver eseguito un Covid test), l’articolo 10 bis stabilisce semplicemente che i dipendenti pubblici, per poter lavorare, debbano essere guariti o vaccinati. A loro, dunque, non viene riconosciuto il test come condizione utile per recarsi a lavoro. Proprio da qui deriva la decisione della Corte che, seppur non abbia ancora stabilito che tale articolo sia incostituzionale (la valutazione è infatti in corso), ha nel frattempo congelato tale disposizione. Di conseguenza, per i dipendenti pubblici varranno le condizioni previste dall’articolo 5.

A quanto pare, secondo la Corte tali misure nei confronti dei dipendenti pubblici non sono giustificate, in quanto il governo «non ha dimostrato che il virus SARS-CoV-2 si diffonda in maniera significativamente più veloce tra i dipendenti negli organi dell’amministrazione statale rispetto al resto della popolazione o ai gruppi di individui che sono ancora più esposti a contatti rischiosi».

In seguito alla decisione sono però arrivate le reazioni da parte del governo, che non ha gradito quanto stabilito dalla Corte. In tal senso il Primo ministro, Janez Janša, ha affermato [2] che la Corte Costituzionale sarà corresponsabile se dovessero verificarsi maggiori contagi o decessi. Diversa invece la reazione del sindacato di Polizia sloveno PSS, che ha commentato [3] la vicenda parlando di «vittoria della ragione e dello stato di diritto».

[di Raffaele De Luca]