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YouTube ha deciso di censurare tutti i canali “contro i vaccini”

YouTube rimuoverà tutti i «contenuti dannosi sui vaccini»: è questa la decisione presa dalla più grande piattaforma di streaming video del mondo, che nella giornata di ieri ha informato il pubblico [1] di aver aggiornato le norme sulla «disinformazione medica». In pratica, YouTube ha stabilito che da ora in poi ad essere banditi saranno non solo i video considerati disinformativi sui vaccini anti Covid, da tempo censurati [2], ma anche quelli relativi a qualsiasi vaccino approvato. Si tratta, quindi, di un ampliamento da parte del sito della sua politica restrittiva in tal senso.

A tal proposito, come sottolineato dalla piattaforma stessa, dall’anno scorso sono stati rimossi «oltre 130.000 video per violazione delle politiche sui vaccini anti Covid». A questi ultimi, stando a quanto annunciato da YouTube, si andranno ora ad aggiungere anche i video che, in contrapposizione alle «linee guida fornite dalle autorità sanitarie locali o dall’Oms», pongono dubbi sui vaccini (a prescindere da quale sia esattamente il vaccino criticato), sostenendo che essi non riducano la trasmissione o la possibilità di ammalarsi, che causino «effetti collaterali cronici» (a esclusione di quelli rari riconosciuti dalle autorità sanitarie), o che contengano sostanze non elencate. I contenuti che violeranno le nuove regole, dunque, saranno eliminati e, per quanto riguarda i canali incriminati, tendenzialmente essi non verranno chiusi se si tratta della prima o seconda volta in cui sono state infrante le regole. Tuttavia, al terzo «avvertimento» effettuato da YouTube nell’arco di 90 giorni, vi sarà la chiusura automatica del canale.

Si tratta di scelte che la piattaforma giustifica così:« Abbiamo costantemente visto false affermazioni sui vaccini contro il coronavirus riversarsi nella disinformazione sui vaccini in generale, e ora siamo al punto in cui è più importante che mai espandere il lavoro che abbiamo iniziato con il Covid ad altri vaccini». A tal proposito, però, va detto che nei confronti delle misure messe in campo vi sono non pochi dubbi, che troverebbero la loro ragion d’essere se la censura dovesse essere eseguita in maniera discrezionale.

Ad esempio, per ciò che concerne il tema della trasmissione della malattia, un conto sarebbe eliminare i video in cui si afferma che i vaccini certamente non riducono la possibilità di trasmissione, mentre ben diversa sarebbe la situazione che si verrebbe a creare se venissero censurati indistintamente tutti i video che mettono semplicemente in dubbio il lavoro svolto dai vaccini in tal senso. Infatti, prendendo in considerazione il vaccino anti Covid, il fatto che esso non sia totalmente utile nell’evitare la trasmissione del virus è ormai ben noto: in Israele, ad esempio, negli scorsi mesi è emerso che, in seguito alla circolazione della variante Delta, l’efficacia di due dosi del vaccino Pfizer nel prevenire la diffusione del virus sia scesa al 64% [3].

Detto ciò, ad ogni modo non si può non notare come la censura sempre più stringente messa in atto dalle Big Tech ci ponga davanti ad una questione spinosa che senza dubbio dovrà essere affrontata, ossia quella di prendere in considerazione i rischi derivanti dal potere di queste piattaforme private, che possono decidere arbitrariamente quali contenuti debbano essere censurati e quali no. Ci si chiede infatti se, dato che ormai le Big Tech come YouTube controllano gran parte dell’informazione, sia arrivato il momento di porre dei limiti alle loro politiche interne così da tutelare tutta una serie di diritti riconosciuti dagli stati, come ad esempio quello della libertà di espressione. Insomma, la domanda è la seguente: chi verifica che vengano rispettati i diritti, come quelli riconosciuti dalla Costituzione in Italia, se la censura è affidata a multinazionali private e non è sottoposta ad alcun controllo pubblico?

[di Raffaele De Luca]