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Il Chiapas a rischio guerra civile, l’EZLN avvisa il governo: la pazienza è finita

«Smettete di giocare con il fuoco perché state per bruciare», sono parole scritte nel comunicato [1] reso pubblico il 19 settembre da parte dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). «Dalle montagne del Messico sud-orientale. A nome del CCRI-CG dell’EZLN; Subcomandante Insurgente Galeano», si legge in calce. Il gruppo rivoluzionario indigenista e anarco-socialista dello stato messicano del Chiapas mette in guardia dal possibile scoppio di una guerra civile nel paese. Gli accusati principali sono chiari e sono due, otre al sistema generale di oppressione capitalista e di tutte le sue ramificazioni contro cui l’EZLN si batte da sempre: Rutilio Escandón e Victoria Cecilia Flores Pérez, rispettivamente Governatore del Chiapas e Segretario Generale del medesimo. Anche l’accusa è molto netta: ostacolo al processo di pace e continua oppressione delle comunità zapatiste del Chiapas tramite sabotaggi, rapimenti e uccisioni di membri del movimento di liberazione, di associazioni e organi di governo autonomi, tramite l’utilizzo di gruppi paramilitari e alle alleanze e amicizie con i cartelli narcos.

L’ultimo episodio in ordine di tempo è il rapimento di Sebastián Núñez Pérez e José Antonio Sánchez Juárez, autorità autonome della Junta de Buen Gobierno de Patria Nueva, durato otto giorni, dall’11 settembre al 19 settembre – giorno della liberazione e della pubblicazione del comunicato da parte dell’EZLN. Il sequestro, come denunciato dagli zapatisti, è avvenuto per mano di un’organizzazione politico-militare chiamata ORCAO, che sarebbe al soldo del governo dello Stato del Chiapas, finanziata tramite i “programmi sociali” organizzati dal governo regionale e che permettono loro di avere uniformi, armi, equipaggiamento e mezzi coi quali attaccano ogni giorno le comunità zapatiste del Chiapas.

«Il crimine di rapimento è punibile dalle leggi del malgoverno e dalle leggi zapatiste. Mentre il governo dello Stato del Chiapas si sovrappone e incoraggia questi crimini, e non fa nulla, l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ha proceduto a prendere le misure necessarie per liberare i rapiti e arrestare e punire i responsabili del crimine», si legge nel comunicato.

Il movimento zapatista lancia un preciso monito e rende noto che la corda è stata troppo, e troppo a lungo, tesa e che adesso sta per spezzarsi. L’EZLN si dice pronto a difendere in ogni modo le comunità zapatiste della regione, prendendo atto che le vie del dialogo sono ormai giunte a termine poiché il governo dello Stato del Chiapas non ha intenzione di modificare il proprio operare violento e oppressivo.

Allo stesso tempo, viene comunicato che prosegue, nonostante il tentativo di sabotaggio da parte delle istituzioni messicane, l’opera movimentista che l’EZLN sta portando avanti fuori dai propri confini territoriali. Il 13 settembre scorso, dall’aeroporto di Città del Messico, è partita alla volta dell’Europa la delegazione zapatista La Extemporánea per continuare la “lotta per la vita” iniziata lo scorso maggio. La spedizione aviotrasportata prosegue infatti la missione movimentista inaugurata con la traversata oceanica compiuta dallo Squadrone 421 – di cui vi abbiamo parlato [2] – a bordo della nave battezzata per l’occasione La Montaña, in una simbolica quanto concreta contro-invasione dell’Europa da parte di coloro che furono invasi cinquecento anni prima, nel tentativo di risvegliare l’animo degli oppressi del “vecchio continente”.

[di Michele Manfrin]