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Australia, non si fermano le proteste contro le restrizioni: oltre 200 arresti

Da protesta contro obbligo vaccinale e lockdown a “freedom rally” contro ogni restrizione. Negli ultimi giorni, nelle principali città australiane si susseguono proteste piuttosto tese alle quali la polizia sta reagendo con una intensa repressione, con tanto di utilizzo di proiettili di gomma e granate stordenti per disperdere i cortei.

Tutto era iniziato con la resistenza, da parte di alcuni membri del potente sindacato CFMEU (Construction, Forestry, Maritime, Mining and Energy Union), contro un mandato governativo che imponeva l’obbligo vaccinale per i lavoratori del settore delle costruzioni. Una protesta che è sfuggita di mano al sindacato stesso che ha accusato gruppi di estrema destra e “no-vax”, di essersi organizzati sui social media per prendere il controllo della situazione e di essersi «travestiti da muratori» per fomentare gli scontri.  Ancora non è chiaro quanti membri del CFMEU fossero effettivamente coinvolti nelle proteste.

Era il 233esimo giorno di lockdown per Melbourne, la seconda città australiana, e molti cittadini erano ormai insofferenti verso le restrizioni. I manifestanti, travestiti da muratori, si sono ritrovati davanti alla sede del CFMEU. Una parte del corteo ha attaccato la polizia, assaltandone le auto e lanciando qualche sasso e bottiglie di vetro. Parliamo di un numero imprecisato tra i 1000 e i 2000 manifestanti, secondo il quotidiano britannico The Guardian [1].

La repressione non si è fatta attendere e ha raggiunto il suo massimo sabato scorso, quando più di 200 persone sono state arrestate, e poi multate per violazione delle norme sulla salute pubblica. Sarebbero una decina i poliziotti rimasti feriti, alcuni in modo abbastanza serio, e ci sono anche i casi di alcuni giornalisti picchiati. Lo stesso commissario capo della polizia di Victoria, Shane Patton, ha affermato che «gli agenti hanno usato peperoncino, proiettili di gomma, lacrimogeni e granate stordenti» per controllare la piazza.

Negli ultimi tempi, il lockdown in Australia è stato molto duro. I casi di Covid sono in risalita e moltissime città hanno reagito reintroducendo lockdown particolarmente severi, con multe altissime per chi violasse le restrizioni e un controllo capillare. Il paese, in particolare, ha utilizzato strumenti come l’analisi dei dati biometrici e la geolocalizzazione [7] per monitorare la popolazione sottoposta a quarantena.

[Anita Ishaq]