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La Nigeria al centro della strategia anti-cinese degli Usa in Africa

La Nigeria risulta essere sempre di più sotto l’influenza e il controllo statunitense: lo dimostrano gli avvenimenti, oltre che una serie di documenti che forniscono la cornice di riferimento entro cui tali avvenimenti si compiono. Perché il paese africano è importante per gli USA? La risposta è: idrocarburi e presenza geostrategica in funzione anticinese.

Le relazioni tra USA e Nigeria si sono andate intensificando parallelamente alla rumorosa “ritirata” dall’Afghanistan effettuata da Washington. Esercitazioni militari, addestramenti, cessioni di aerei e calorosi inviti presidenziali hanno riguardato i rapporti tra i due paesi che si sono succeduti negli ultimi mesi.

Sull’onda della ritirata afgana, lo scorso agosto, il Presidente nigeriano Muhammadu Buhari, dalle colonne del Financial Times [1], ha rivolto un accorato appello alle istituzioni statunitensi affinché l’Africa e il suo paese ricevano il giusto aiuto da parte degli Stati Uniti, e non solo nel settore militare e dell’antiterrorismo: energia, infrastrutture, trasporti, servizi.

Il 31 agosto [2] scorso, alti funzionari del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ospitati dal Ministro della Difesa nigeriano Bashir Salihi Magashi e dall’aeronautica nigeriana hanno partecipato alla cerimonia di introduzione dell’aereo A-29 Super Tucano. Come parte di un più ampio programma di partnership, il Corpo degli ingegneri dell’esercito USA sta fornendo 36,1 milioni di dollari in supporto infrastrutturale alla base aerea di Kainji, per la partenza degli A-29 Super Tucano. «La Nigerian Air Force è uno dei nostri partner chiave che svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la sicurezza e la stabilità regionale», ha dichiarato il generale Jeff Harrigian. Numerose esercitazioni congiunte si sono svolte nel corso degli ultimi decenni, specie dopo l’istituzione da parte degli USA del comando militare AFRICOM, nel 2008, la cui creazione era già stata paventata in una pubblicazione [3] dello United States Army War College nel 2000, stesso anno dello U.S.- Nigerian Cooperation on Peacekeeping and Military Reform. [4]

Joint Combined Exchange Training [5], del luglio di questo anno, è soltanto l’ultimo esempio della partnership militare che i due paesi portano avanti in ogni settore militare. La volontà statunitense è quella di contrastare la penetrazione cinese in Africa, nell’ottica della strategia globale anti-cinese.

La Nigeria, nel 2018, ha firmato un memorandum d’intesa [6] con la Cina per l’adesione del paese alla Belt and Road Initiative e l’anno successivo il gigante asiatico ha messo sul piatto 16 miliardi di dollari [7] di investimenti nel settore petrolifero nigeriano. Gli Stati Uniti non voglio permettere alla Cina di attecchire con il proprio potere economico, Nigeria compresa, cercando di rendere costose le scelte cinesi [8]: creare danni economici, politici o mediatico-narrativi in ogni parte del globo, così come da noi esposto nel maggio scorso [9], circa lo Strategic Competition Act del 2021 [10].

L’importanza della Nigeria nello scacchiere geopolitico africano e nelle sue possibili proiezioni strategiche globali, lo si evince da due differenti documenti. Un documento [11] è stato prodotto nel 2007 dallo Strategic Studies Institute, all’interno del quale viene delineata la strategia di contrasto alla Cina nei paesi africani ritenuti rilevanti e in cui essa cerca di operare. L’altro documento [12] è una tesi prodotta presso la Naval Postgraduate School di Monerey, in California, ove si spiega l’interesse strategico statunitense per il Golfo di Guinea e, dunque, per la Nigeria, in ragione dei suoi immensi giacimenti di idrocarburi e per la sua posizione nella regione in merito agli interessi strategici di concorrenti come Cina, Giappone, India e stati europei.

In Africa, la Nigeria riveste un ruolo importante nella strategia statunitense di lotta al terrorismo, specie negli ultimi anni [13], vista la presenza del sedicente Stato Islamico della Provincia dell’Africa Occidentale (ISWAP), oltre che altri movimenti di vario stampo religioso, politico oppure etnico.

Il paese africano conta più di 200 milioni di abitanti molto diversi tra loro per cultura, religione e lingua. La Nigeria potrebbe essere una potenza economica e invece è afflitta dalla povertà, dalle sanguinose divisioni interne, dalla corruzione alimentata dalle multinazionali delle energie fossili e dai loro squadroni della morte, nonché dal disastro ambientale prodotto per l’ingente profitto di pochi e per la soddisfazione dei bisogni occidentali. Nel riassetto del potere globale la Nigeria è luogo ideali per scontri per procura, oltre che essere base stessa della proxy war statunitense in Africa nei riguardi della Cina e di tutti coloro che intendono ostacolare gli interessi USA.

[di Michele Manfrin]