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Svolta in Inghilterra: il governo annuncia lo stop al Green Pass

In Inghilterra – la nazione più grande del Regno Unito – il governo di Boris Johnson ha preso la decisione di non introdurre l’NHS Covid Pass (sistema per attestare l’effettiva somministrazione della doppia dose, l’equivalente del Green Pass italiano). L’approvazione di tale misura anti-contagio era stata prevista entro la fine settembre: la disposizione detta il possesso obbligatorio del passaporto vaccinale – o, in alternativa, di un test negativo – per potere accedere a qualsivoglia evento di massa o per entrare nei locali notturni. Invece, come annunciato dal ministro della Sanità Sajid Javid, in Inghilterra il provvedimento non sarà approvato. «Non dovremmo fare le cose per il gusto di farle», ha detto Sajid Javid (Segretario di Stato per la salute) mentre alla BBC dava la notizia [1] della decisione presa: nonostante i piani per introdurre i passaporti vaccinali saranno tenuti in considerazione come opzione – nel caso di un nuovo peggioramento della situazione sanitaria – Sajid Javid ha fatto sapere che il governo ha deciso di non andare avanti con i suddetti piani.

Javid ha inoltre negato che il Governo abbia fatto il brusco dietro front dopo le critiche ricevute, giustificando la scelta presa parlando del «Muro di difesa» creatosi, facendo riferimento all’alto assorbimento di vaccini, ai test, all’attenta sorveglianza e ai nuovi trattamenti. Però, solo una settimana prima, il ministro dei vaccini Nadhim Zahawi aveva chiarito come settembre fosse il momento migliore per avviare lo schema del passaporto vaccinale per tutti gli eventi di massa. I motivi del cambio di programma sembrano quindi essere principalmente due: uno sanitario e l’altro politico. Il primo è relativo a ciò che ha osservato Sajid Javid, il sopracitato “muro di difesa”: Javid ha fatto notare come in molti Paesi il Green pass sia stato effettivamente introdotto per incoraggiare i cittadini a vaccinarsi, obiettivo già in via di raggiungimento nel Regno Unito. Il secondo motivo fa invece capire che, probabilmente, la disposizione non sarebbe passata in Parlamento, considerando che gran parte dello stesso partito conservatore di Boris Johnson si è schierata contro, così come si sono vivamente opposti i liberal democratici. Anche il leader del Partito Laburista Keir Starmer si è opposto alla misura, definendola «Contraria allo spirito britannico».

Anche se le decisioni prese finora sembrano appoggiarsi su una situazione più rosea, solo qualche settimana fa è stato registrato il secondo tasso di contagio più alto in Inghilterra (il caso del boom di contagi [2] al Boardmasters Festival, nonostante l’obbligo dell’NHS Covid Pass e svariate ferree restrizioni); inoltre, secondo i più recenti dati del Governo [3], nel Regno Unito sono stati registrati 29.173 nuovi casi di Coronavirus. Per quanto riguarda, invece, le altre nazioni che compongono il Regno Unito, solo la Scozia – dal primo ottobre – introdurrà un passaporto vaccinale per coloro che hanno dai diciotto anni in su. Per quanto riguarda il Galles, è necessario attendere una settimana purché i ministri decidano se dare il via o meno alla direttiva. Solo l’Irlanda del Nord rimane, per il momento, senza piani ufficiali.

[di Francesca Naima]