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Vaccini, report Aifa: in Italia 84mila reazioni avverse segnalate, il 12% gravi

L’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha recentemente pubblicato il settimo rapporto di Farmacovigilanza sui Vaccini Covid-19 [1]: si tratta dell’ultimo documento, in ordine di tempo, in cui vengono raccolte le sospette reazioni avverse ai sieri segnalate dai cittadini italiani. Il report ha ad oggetto un periodo che va dal 27 dicembre 2020 al 26 luglio 2021 e da esso si apprende che, durante questo lasso di tempo, vi sono state 84.322 segnalazioni su un totale di 65.926.591 dosi somministrate. Si tratta, in partica, di 128 segnalazioni ogni 100.000 dosi. Le sospette reazioni avverse si sono verificate nella maggior parte dei casi nella «stessa giornata della vaccinazione o il giorno seguente e solo più raramente oltre le 48 ore successive», il tutto indipendentemente dal tipo di vaccino somministrato, dalla dose effettuata e dalla tipologia di evento segnalato.

«L’età media delle persone che hanno avuto un sospetto evento avverso è di 48,5 anni». Come già emerso dai precedenti rapporti, infatti, «il tasso di segnalazione è maggiore nelle fasce di età comprese tra i 20 e i 60 anni e diminuisce in quelle più avanzate». Dunque proprio i giovani, per i quali come è noto il Covid comporta rischi minori rispetto agli anziani, rientrano nella categoria composta da coloro che segnalano in maniera maggiore i sospetti eventi avversi. Venendo poi a giovanissimi, invece, nella fascia di età compresa fra 12 e 19 anni sono state inserite 530 segnalazioni di sospetto evento avverso su un totale di 1.986.221 dosi inoculate, con «un tasso di segnalazione di 27 eventi avversi ogni 100.000 dosi somministrate».

Detto questo è interessante notare come, a fronte di una esposizione sovrapponibile fra i sessi (53% delle dosi somministrate nel sesso femminile e 47% nel sesso maschile), il 72% delle segnalazioni riguarda le donne (175 ogni 100.000 dosi somministrate) e il 27% gli uomini (73 ogni 100.000 dosi somministrate), indipendentemente dal vaccino e dalla dose effettuata. Nell’1% delle segnalazioni, invece, il sesso non è stato riportato. Quella delle maggiori segnalazioni da parte delle donne è una tendenza emersa anche nel penultimo rapporto Aifa [2], e rappresenta un «andamento osservabile anche negli altri Paesi europei».

Andando nello specifico, poi, dal report emerge che il 68% del totale delle segnalazioni è relativo al vaccino Pfizer/BioNTech, il 25% a quello AstraZeneca, il 6% al siero Moderna, e l’1% a quello della Johnson & Johnson. Si tratta di percentuali «in linea con i rapporti precedenti» e che sono direttamente proporzionali al modo in cui ciascun vaccino ha contribuito a portare avanti la campagna vaccinale italiana. Infatti, il Pfizer è il vaccino attualmente più utilizzato (71% delle dosi somministrate), seguito dal vaccino Astrazeneca (17%). C’è poi quello Moderna (10%) e, infine, il vaccino della Johnson & Johnson (2%).

Per quanto riguarda la gravità delle presunte reazioni, inoltre, essa non è riportata solo nello 0,1% delle segnalazioni. Per il resto, invece, l’87,1% delle segnalazioni sono riferite a eventi non gravi (come dolore in sede di iniezione, febbre, stanchezza o dolori muscolari) mentre quelle gravi corrispondono al 12,8% del totale, con un tasso di segnalazione pari a «16 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate». Si tratta di una percentuale maggiore rispetto a quella riportata nel penultimo report dell’Aifa, nel quale gli eventi gravi rappresentavano l’11,9% del totale. Già quest’ultimo numero, però, era superiore a quello presente in tutti i rapporti precedenti.

Inoltre, «il 58% circa delle reazioni gravi riporta come esito la risoluzione completa, o il miglioramento dell’evento, e il 25% risulta non ancora guarito al momento della segnalazione». In più, «indipendentemente dalla tipologia di vaccino, dal numero di dose e dal nesso di causalità, 498 segnalazioni riportano l’esito decesso, con un tasso di segnalazione di 0,75 ogni 100.000 dosi somministrate». Quest’ultimo, però, è «in flessione rispetto ai rapporti precedenti». ͘Per quanto riguarda l’età media dei decessi, poi, essa è di 76 anni, ed in 343 casi la morte è stata registrata dopo la prima dose e in 145 dopo la seconda, mentre il momento in cui il decesso si è verificato non è stato specificato in 10 schede di segnalazione.

Detto ciò, va sottolineato che le segnalazioni non devono essere viste come delle certe reazioni avverse: si tratta infatti solo di eventi sospetti, essendo delle semplici denunce effettuate da parte dei cittadini. Per tale motivo, però, ci sarebbe bisogno di approfondire la vicenda e capire quindi se si ha a che fare o meno con delle effettive reazioni avverse. Una questione giustamente sottolineata dal quotidiano italiano online Affaritaliani.it [3], che ha cercato, invano, di mettersi in contatto con i vertici dell’Aifa per «chiedere conferma sulle reazioni avverse post vaccino». Come testimoniato dal quotidiano infatti, che ha cercato ripetutamente di avere risposte in merito, sembra che da parte dell’Aifa non vi sia la volontà di fare chiarezza in tal senso. Eppure si tratterebbe di un modus operandi che impedirebbe di alimentare ulteriore sfiducia nei confronti delle vaccinazioni. La speranza, quindi, è che si faccia luce su tali segnalazioni per stabilire con certezza se vi sia o meno una correlazione tra gli eventi segnalati ed i vaccini.

[di Raffaele De Luca]