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Oltre 300 professori universitari si schierano contro il Green Pass

È stata creata una raccolta firme da parte del personale universitario, col fine di opporsi all’obbligatorietà del Green Pass. L’appello [1] è stato pubblicato il 3 settembre e si concentra sulla natura discriminatoria del certificato vaccinale. Perché dal primo settembre, per potere frequentare le università italiane è infatti necessario essersi sottoposti a due dosi di vaccino – come si sottolinea nell’appello –  e questo rappresenta, per chi ha avviato la raccolta firme, una «ingiusta e illegittima discriminazione introdotta ai danni di una minoranza». Nell’appello, si rende palese quanto l’introduzione del Green Pass come requisito obbligatorio abbia diviso e stia ingiustamente dividendo i cittadini in due categorie: «La “tessera verde” suddivide la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi quei diritti fondamentali garantiti loro dalla Costituzione (eguaglianza, libertà personale, lavoro, studio, libertà di associazione, libertà di circolazione, libertà di opinione)».

Le firme raccolte erano 150 fino a due giorni fa; oggi, i nomi di chi ha scelto di firmare la petizione sono raddoppiati e vedono anche nomi di spicco quali quello dello storico Alessandro Barbero. Quest’ultimo è recentemente intervenuto sul tema del Green Pass, sottolineando quanto, a suo parere, mettere l’obbligo del certificato sia dimostrazione di una grande ipocrisia, perché appunto le cose non vengono dette chiaramente. Così, Alessandro Barbero ha fatto un parallelismo citando la Divina Commedia, affermando che Dante avrebbe messo volentieri i suddetti politici nel girone degli ipocriti. L’intervento [2] di Barbero è avvenuto il 4 settembre, durante l’evento organizzato dalla Fiom Cgil di Firenze in compagnia del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini.

Anche il famoso storico ha dunque deciso di appoggiare la raccolta firme, nella quale si specifica quanto la decisione di mettere il Green Pass come obbligatorio per docenti, personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e studenti sia in contrasto con «I dettami della Costituzione (art.32 Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti)» ma anche contro quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021 («è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate» per diversi motivi o «che hanno scelto di non essere vaccinate»). Per i docenti che hanno scelto di firmare – tra cui anche molti vaccinati – è dunque essenziale preservare la libertà di scelta, cercando di mantenere l’università come luogo di inclusione paritaria. Non può assolutamente essere impedito di accedere a dei diritti fondamentali come lo studio e il lavoro per delle scelte che sono libere e personali.

[di Francesca Naima]