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La Cina avvia la stretta sugli influencer: “sono diseducativi per il popolo”

In seguito alle pesanti critiche mosse dal governo cinese, la piattaforma social Weibo ha bloccato la sua classifica delle celebrities più popolari del web. Questo episodio è in linea con una recente tendenza del governo cinese a voler mettere dei paletti a tutte quelle forme di intrattenimento, dai social ai videogiochi fino anche all’alcol e alle sigarette, che assoggettano i giovani e promuovono valori negativi per la comunità.

Weibo è la seconda piattaforma più popolare in Cina. È una sorta di mix tra Facebook, Instagram e Twitter, e funziona secondo una modalità comunicativa one-to-many, il che significa che le persone possono farsi seguire da un’audience, postando materiale foto e video. È il luogo favorito dagli influencer. Ultimamente, però, la Cina ha iniziato a stringere la presa sugli influencer, in quanto considerati vettori di una diseducazione che va a colpire soprattutto i più giovani e vulnerabili.

Tutto è iniziato quando il giornale di proprietà dello stato People’s Daily ha pubblicato un editoriale di pesante critica nei confronti delle piattaforme che mettono il loro traffico online davanti agli interessi dei giovani. In Cina, la cultura delle celebrità e degli influencer è cresciuta straordinariamente negli ultimi anni e ha presto iniziato a suscitare preoccupazione. Gran parte del culto gira intorno ai soldi, e i fan, anche giovanissimi, sono praticamente costretti a spendere (tempo e denaro) per dimostrare la loro devozione a queste personalità attive sui social. O comunque sono portati a forme estreme e “irrazionali” di adulazione [1].

Recentemente, l’app Douyin – nel resto del mondo conosciuta come TikTok – aveva vietato agli utenti di ostentare lusso e ricchezza, mentre WeChat ha proibito, più generalmente, i comportamenti volgari o che possano essere considerati diseducativi. Lo sfoggio di ricchezza volto secondo Pechino a coltivare l’ossessione per il denaro e ad umiliare i più poveri, come anche la volgarità (molto ampiamente intesa), sono considerate cattive influenze sui più giovani e fattori inquinanti per una società sana [2]. Per queste ragioni, più di 4000 influencer hanno visto i propri account sospesi negli ultimi mesi.

Secondo alcune voci critiche si tratta in tutto e per tutto di censura, e sicuramente la Cina ha una certa consolidata tendenza a voler controllare verticalmente internet e in generale l’informazione. Ma non sono mancate voci, anche tra gli utenti, che hanno esaltato questi cambiamenti come positivi, se non addirittura necessari.

Ma la stretta cinese non riguarda soltanto celebrità ed influencer. Ultimamente, il paese ha preso posizioni molto decise anche rispetto ai videogiochi, accusati di causare dipendenza nei più giovani alla stregua di oppioidi, tanto che il paese ha imposto coprifuochi e quote giornaliere per i gamers minorenni [3]. La Cina si è posizionata duramente, per simili ragioni, anche rispetto all’alcol e alle sigarette elettroniche [4]. In tutti questi casi, le azioni delle aziende in questione hanno subito un pesante colpo.

[di Anita Ishaq]