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Francia: carcere per chi entra al bar senza green pass (e altre strane decisioni)

In Francia, il disegno di legge avente ad oggetto la tanto discussa estensione del pass sanitario e la vaccinazione obbligatoria per alcune categorie di lavoratori, è stato approvato dall’Assemblea nazionale [1] questa mattina, motivo per cui ora il Senato dovrà esaminare esaminare il testo. Prima della sua adozione, però, il ramo del parlamento francese ha dovuto prendere in considerazione quasi 1000 emendamenti presentati dai deputati, ed il modo in cui si è pronunciato nei confronti di alcuni di loro risulta essere alquanto enigmatico.

In tal senso, innanzitutto va menzionato l’emendamento [2] approvato giovedì e proposto dal deputato Christophe Blanchet del gruppo Movimento democratico, che prevede ulteriori sanzioni per l’utilizzo non corretto del green pass. Nello specifico, i clienti di bar e ristoranti che non registreranno la loro presenza nel locale, utilizzando il codice QR digitale o il “libro di promemoria cartaceo”, rischieranno una sanzione equivalente a quella prevista per la messa in pericolo altrui, ovvero un anno di reclusione e 15.000 euro di multa. Blanchet ha ricordato [3] a tal proposito che «il pass sanitario è composto da due passaggi: mostro il mio codice QR alla persona nello stabilimento e poi scansiono il QR dello stabilimento per confermare che sono lì» ed ha affermato [4] che le sanzioni imposte dall’emendamento serviranno a «responsabilizzare maggiormente i clienti dei negozi dove è obbligatorio il pass sanitario», sottolineando l’ingiustizia determinata dal fatto che le sanzioni vi fossero solo per le aziende. Infatti, una multa di 45.000 euro e la chiusura amministrativa erano già state imposte agli stabilimenti che non rispettano il protocollo sanitario.

Tra gli emendamenti bocciati molti sottolineano il carattere ultra-restrittitivo del green pass alla francese. In tal senso, è stata bocciata la proposta che prevedeva di non applicare l’obbligo di munirsi del lasciapassare sanitario per le attività all’esterno, in quanto «la stragrande maggioranza dei paesi europei non richiede un pass per le attività all’aperto, ad eccezione dei grandi eventi a cui partecipano diverse centinaia di persone» e inoltre «il rischio di trasmissione del virus all’esterno è molto basso, come ha potuto confermare l’Alta Autorità per la Sanità Pubblica». Ma nonostante tutto ciò l’emendamento [5] è stato respinto.

C’è poi la modifica [6] proposta dalla deputata Emmanuel Menard, la cui richiesta era quella di abolire il green pass nel momento in cui «la circolazione del virus non dovesse più rappresentare un pericolo così grave da legittimarne l’applicazione». Una disposizione a cui apparentemente chiunque dovrebbe essere favorevole, che però non è stata approvata dall’Assemblea, facendo emergere non pochi sospetti sul fatto che l’uso della tessera sanitaria non sarà limitato esclusivamente allo specifico periodo pandemico. Un dubbio confermato dal fatto che un altro emendamento [7], dal contenuto simile, non ha trovato la maggioranza. Questo prevedeva infatti di «dare al Governo la possibilità di ridurre l’elenco degli esercizi interessati dall’obbligo del tesserino sanitario in caso di sviluppi positivi della situazione».

Infine, ad essere bocciato è stato anche l’emendamento [8] che prevedeva semplicemente di non minacciare di licenziamento «le persone con una controindicazione medica ai vaccini disponibili», ritenendo fondamentale il non applicare sanzioni nei confronti dei cittadini che «non possono essere vaccinati».

[di Raffaele De Luca]