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Green Pass e obbligo vaccinale: in Italia alcuni animali sono più uguali degli altri

George Orwell lo aveva scritto già nel 1945, nel romanzo distopico “La fattoria degli animali”: Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri. Un avvertimento che suona rivelatore oggi, di fronte alla partita politica che si sta giocando in Italia attorno al rafforzamento dell’utilizzo del passaporto sanitario e degli obblighi vaccinali per nuove categorie di lavoratori. Praticamente tutte, tranne una.

Ad aprire le danze Confindustria, con la sua direttrice generale Francesca Mariotti che si è occupata di rivelare la brillante idea: in fabbrica solo con il green pass, gli operai che non si adeguano saranno lasciati a casa senza stipendio. Ce lo si poteva anche aspettare, dopotutto l’associazione degli industriali è da sempre in cerca di nuovi appigli legali per poter licenziare a piacimento i lavoratori. Ma chi sperava che dal governo sarebbero arrivate risolute prese di distanza è rimasto prontamente deluso. Walter Ricciardi, ovvero il “consulente scientifico” del ministro della Salute Roberto Speranza, ha anzi raccolto la proposta con entusiasmo, esternando in una intervista [1]: «Questa strada è assolutamente giusta. Faccio i complimenti a Confindustria per la proposta che mette in evidenza quanto sia importante tutelare la salute dei lavoratori».

Nella mattina di ieri è stata invece la volta della virologa Ilaria Capua a lanciare la sua proposta. La ricercatrice ed ex parlamentare, ripescata dai salotti mediatici dopo che appena sei anni fa era finita al centro di una inchiesta [2] della magistratura (e poi assolta) per il reato di “traffico illecito di virus” al fine di alimentare il business dei vaccini sull’aviaria, dalle colonne del Corriere della Sera [3] afferma: «chi non si vaccina, in caso di ricovero in terapia intensiva, dovrebbe risarcire i costi degli ospedali: tra 1.000 e 2.000 euro al giorno». A Ricciardi, neanche a dirlo, anche questa idea è piaciuta moltissimo [1]: «Sono d’accordo assolutamente sul principio» ma ha poi dovuto considerare che sfortunatamente «non è un’opzione praticabile perché la Costituzione stabilisce che la salute è un diritto collettivo e individuale tutelato dallo Stato. In America sarebbe possibile, ma noi dovremmo fare una legge ad hoc».

In cotanto climax anche l’Associazione nazionale presidi non si è voluta sentire fuori dal grande concorso di idee volto a trovare nuovi modi per introdurre l’obbligo vaccinale di fatto. “Bisogna andare oltre le ipotesi sul green pass a scuola. Per riaprire gli istituti in presenza e in totale sicurezza serve l’obbligo del vaccino per il personale scolastico” ha scritto in un comunicato [4] annunciando che in settimana presenteranno la proposta al ministro dell’Istruzione. Su questo non c’è stato bisogno di aspettare la risposta del solito Ricciardi, che sul tema si era espresso in anticipo, annunciando [5] che i docenti e tutto il personale della scuola dovrebbero essere sottoposto allo stesso obbligo vaccinale del personale sanitario. Non si capisce con quale logica proprio i professori, che hanno a che fare con la fascia di età meno colpita in assoluto dal Covid, dovrebbero sottostare all’obbligo piuttosto che, ad esempio, le cassiere dei supermercati o gli impiegati delle poste, che con i pensionati sono a contatto quotidianamente, ma tant’è.

In mezzo a tanta rincorsa a nuove strette repressive per i non vaccinati alla parlamentare del PD Alessia Morandi è venuta in mente una proposta [6] evidentemente un po’ ingenua: «la politica dovrebbe dare il buon esempio, rendiamo il green pass obbligatorio anche per entrare in Parlamento». Apriti cielo. Ricciardi questa volta non pervenuto. A rispondere per tutti ci ha pensato direttamente il presidente della Camera Roberto Fico: «Il nostro problema rispetto all’aula e alle tribune è il distanziamento. Non mi sento molto vicino alla posizione di dire qui dentro si entra solo con il green pass. È impossibile chiedere ai parlamentari chi si è vaccinato e chi no, è una questione che non c’è». Fine delle trasmissioni.

[di Andrea Legni]