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La Groenlandia ha vietato ogni attività petrolifera

In Groenlandia non si potrà più cercare il petrolio. Lo ha stabilito il nuovo governo di sinistra – guidato dal partito Inuit Ataqatigiit – che ha annunciato il totale divieto di ogni azione di ricerca, perforazione, estrazione e produzione dell’oro nero su territorio nazionale, per intraprendere un percorso di azioni contro il cambiamento climatico. La decisione ne fa il primo paese a bandire totalmente il carburante fossile più utilizzato al mondo. Ad oggi però, non c’è stata ancora nessuna scoperta significativa di petrolio sull’isola, ma la US Geological Survey – agenzia scientifica del governo americano-, ha stimato [1] la possibile presenza di un giacimento con una quantità pari a più di 31 milioni di barili. Una cosiddetta “miniera d’oro” che per lungo tempo il paese ha inseguito anche come un disegno politico, capace di alimentare il lungo sogno dell’indipendenza dal Regno di Danimarca, in quanto le royalty petrolifere potrebbero sostituire il sussidio annuale di circa 500milioni di euro che l’isola riceve da Copenaghen.

Si può dire che il governo della Groenlandia si sia trovato di fronte ad un bivio. Difatti, se da un lato vietare le trivellazioni è un’azione per combattere i drastici cambiamenti climatici che si stanno verificando, dall’altro lato l’estrazione delle risorse naturali dell’isola garantirebbe l’indipendenza al paese e sarebbe facilitata proprio dal “climate change”. Lo scioglimento dei ghiacci, infatti, potrebbe portare alla luce risorse petrolifere e minerarie nascoste. Ma la scelta è ormai definitiva e Inuit Ataqatigiit non è nuovo a prese di posizione coraggiose e difficili come questa. Il partito, infatti, ha vinto le elezioni con il 37% dei voti proprio grazie alla proposta di una politica ambientalista radicale, messa subito in atto con il divieto totale di ricerca ed estrazione di uranio. Un programma premiato dagli elettori e in antitesi con quello della forza politica concorrente Siumut, nel cui programma vi è l’intenzione di finanziare il conseguimento dell’indipendenza attraverso lo sfruttamento delle risorse del territorio.

[di Eugenia Greco]