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Tav in Val di Susa: assegnati altri 3 miliardi di euro per la prosecuzione dei lavori

La Telt, azienda francese di proprietà al 50% dello Stato francese ed al 50% delle Ferrovie dello Stato Italiane che si occupa della realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione (Tav), ha annunciato [1] che sono stati firmati i contratti per la realizzazione di una ampia parte (quelle situata in Francia) del tunnel di base che dovrà unire Saint Jean de Maurienne e Susa/Bussoleno. Gli appalti assegnati riguardano lo scavo dell’80% del tunnel ed hanno un valore pari ad oltre 3 miliardi di euro: essi, precisa la Telt, sono stati «cofinanziati da Europa, Italia e Francia». Inoltre, dopo aver sottolineato che tali cantieri al picco dei lavori vedranno impegnate 5 frese, l’azienda assicura che nei prossimi mesi sarà la volta anche del lotto italiano, che vale circa un miliardo di euro, per i lavori di scavo del tunnel che sbucherà appunto a Susa (Torino).

Detto ciò, la firma di tali contratti ha generato anche la reazione del movimento No Tav, composto da gruppi di cittadini che si oppongono alla costruzione della linea ferroviaria. In tal senso, sul sito Notav.info [2] gli attivisti hanno commentato la vicenda affermando che la Tav «assomiglia sempre di più a un transatlantico alla deriva», ed hanno aggiunto che «delle tratte nazionali non c’è per ora neanche il progetto». Inoltre, una critica viene fatta anche ai finanziamenti del tunnel, sottolineando che «ad oggi il Governo Italiano ha finanziato e autorizzato esclusivamente la costruzione di metà tunnel, non disponendo di risorse per l’altra metà», mentre «il Governo Francese non ha assunto alcun impegno pluriennale di bilancio che garantisca la sua quota a copertura dei costi» e «il contributo europeo assegnato nel 2014 è di circa 0,8 mld €», tuttavia «alla sua scadenza a fine 2022 ne risulterà persa circa la metà, a causa del mancato completamento del opere previste (preliminari e accessorie, prevalentemente)».

Riguardo ciò, nei mesi scorsi il presidente di Telt, Hubert Du Mesnil, ha confermato [3] che solo l’Italia ha finora garantito un finanziamento pluriennale: quello francese viene stabilito di anno in anno, mentre l’Europa ha garantito investimenti nell’opera solo fino al 2022. Inoltre, a tal proposito si possono ricordare anche le parole dell’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, Gianfranco Battisti, il quale tempo fa aveva sottolineato [4] che fosse l’Italia il paese ad aver finanziato la maggior parte (82%) della spesa per la costruzione della Tav, che solo il 18% del denaro provenisse dall’Unione Europea e che la Francia non avesse praticamente partecipato al finanziamento. Tutto ciò nonostante il fatto che esso riguardasse proprio la costruzione del tunnel di base, situato per 45 dei 57,5 km totali in territorio francese. Dunque, tornando agli appalti appena assegnati, come detto la Telt parla di “cofinanziamento”, ma non specifica con quale percentuale Europa, Italia e Francia abbiano rispettivamente contribuito a sostenere questi lavori.

[di Raffaele De Luca]