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La Rai ammette e giustifica di essere parziale nell’informazione sul Covid

La Rai ha ammesso, in maniera alquanto esplicita, che la sua non sia un’informazione libera ed imparziale bensì faziosa e di parte. Lo si apprende dalle parole del senatore Gianluigi Paragone [1], il quale ha dichiarato di aver chiesto in Commissione di vigilanza Rai, tramite apposita interrogazione, una risposta circa lo stato dell’informazione dell’azienda pubblica essendo essa «a senso unico», in particolare nei confronti del tema della vaccinazione anti Covid. A tal proposito il senatore riferisce che la Rai ritenga che, per ciò che concerne la somministrazione dei vaccini, «non vi sono temi o notizie paragonabili a queste, per cui non esistono regole volte a una sorta di par condicio che si possano ragionevolmente applicare a questa fattispecie» e che «non vi sono riferimenti che obblighino la Rai a rispettare le logiche di ricerca di equilibrio nelle posizioni». In pratica mancano le condizioni sulla base delle quali debba essere garantita una reale pluralità di punti di vista.

Tuttavia, aggiunge Paragone leggendo il testo della Rai, «in diverse situazioni è stata data la possibilità di esprimere la propria opinione a chi ha deciso di non vaccinarsi, in un leale contraddittorio». Ma è proprio il “leale contraddittorio” uno dei temi contestati dal senatore in quanto secondo quest’ultimo, tranne in rare occasioni, «chi ha posto dei dubbi è sempre stato oscurato o denigrato». Ed in tal senso ricorda, tra i diversi casi, quello del virologo Luc Montagnier ​(premio Nobel per la medicina nel 2008) che «è stato deriso» nel programma condotto da Fabio Fazio, o anche quello del dottor Mariano Amici, invitato in Rai da Bruno Vespa, a cui poi è stata tolta la parola.

Insomma, secondo il senatore anche i cosiddetti “no-vax” dovrebbero vedersi garantito il diritto di esprimersi e vi dovrebbe essere un effettivo e reale contraddittorio. Soprattutto poiché, ad essere etichettati in tal modo, sono anche anche medici e ricercatori che mettono semplicemente in discussione la narrazione ufficiale sul virus. In più, Paragone aggiunge che chi decide di non sottoporsi al siero non stia violando alcuna regola non essendo il siero obbligatorio, dunque non si vede quale sia il motivo di limitare o denigrare argomentazioni e tesi differenti sui vaccini. A tutto ciò, si aggiunge il fatto che i cittadini italiani pagano un canone alla Rai, motivo per cui «devono avere la possibilità di formarsi un’idea, che la Rai non dà». Di conseguenza, «il modo in cui si comporta la Rai è una truffa ai danni di chi paga».

Dunque, per tutti questi motivi il senatore ritiene che vi sia una “violazione del contratto di servizio”, motivo per cui “faremo un esposto o una class action”.

[di Raffaele De Luca]