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Cosa sappiamo in più sugli UFO dopo il nuovo rapporto pubblicato dagli Usa

Facendo leva su alcune manovre tutt’altro che fortuite, gli UFO sono improvvisamente tornati di moda. Neppure un anno fa, il Pentagono aveva infatti deciso di confermare l’autenticità [1] di alcuni video che giravano ormai da tempo sul web, dimostrando uno spaccato di trasparenza che si è meritato trafiletti di cronaca sulle testate di tutto il mondo, consolidando una vetrina che è stata successivamente fomentata da rivelazioni di ulteriori video militari [2]. In un battibaleno, la faccenda è entrata nell’immaginario dei cittadini e dei politici, dei fanatici degli alieni e dei complottisti. Tutti volevano saperne di più.

Il Governo USA ha reagito a questa rinnovata consapevolezza nei confronti dei fenomeni aerei non identificati (UAP) incaricando il Dipartimento della Difesa e l’Intelligence Nazionale di stilare un rapporto contenente ogni informazione nota. Tale documento [3] è stato pubblicato il 25 giugno scorso ed è, per stessa ammissione dei ricercatori, inconcludente sotto ogni aspetto.

Poco sorprendentemente, gli autori dell’indagine non hanno citato neppure di sfuggita l’ipotesi che possano esistere gli alieni, tuttavia, allo stesso tempo, non sono stati in grado di fornire alcuna spiegazione definitiva. Di base, hanno rimarcato solamente come i fenomeni aerei non identificati siano fenomeni che accadono nel cielo e a cui è difficile fornire una spiegazione. Lapalissiano.

Dei 144 casi presi in analisi, solo uno è stato effettivamente risolto – si trattava di un pallone meteorologico mezzo sgonfio -, per il resto il Pentagono è aperto a ogni giustificazione: droni, stormi d’uccelli, borse di plastica, fenomeni naturali, ma anche tecnologie militari segrete di Russia o Cina.

Quel che il report tiene a chiarire con veemenza è che questo vuoto di conoscenza possa rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale, cosa che a sua volta si traduce immediatamente nella richiesta di nuovi fondi. Il sospetto è dunque che il team di ricerca UAP, figlio del defunto e controverso Advanced Aerospace Threat Identification Program (AATIP), abbia deliberatamente gettato benzina sul fuoco per fomentare l’attenzione pubblica giusto per ricavarne preziosi finanziamenti. Una lettura che peraltro è considerata dal Pentagono stesso, il quale non per nulla ha avviato un’indagine interna [4] atta a definire se ci sia stata o meno una mala gestione dei contenuti secretati.

Si tratterebbe comunque di una manovra di marketing ben riuscita. L’argomento è diventato tanto popolare che persino l’ex presidente Barack Obama si è trovato a dichiarare l’ovvio, ovvero che gli UAP esistono e che se ne sappia troppo poco, in più sono molti coloro interessati a cavalcare l’onda del fermento pubblico.

La Difesa dipinge la situazione come una questione di pericolo militare, la NASA coglie l’occasione per tornare a parlare degli alieni [5], mentre il mondo accademico chiede che le indagini siano tolte dalle mani dell’esercito per passare in quelle degli scienziati. Molto rumore si sta sviluppando attorno alla sanguinosa contesa delle sovvenzioni governative, tuttavia ben poco di questo dinamismo ha a che vedere con l’attività extraterrestre.

[di Walter Ferri]