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Le rinnovabili sono già la fonte energetica più economica

È stato da poco pubblicato il nuovo rapporto dell’IRENA (Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili) intitolato Renewable Power Generation Costs in 2020 [1], il quale riporta i trend dei costi dell’energia sostenibile (solare, eolica, idroelettrica, geotermica e agroenergia). Stando al documento, le nuove rinnovabili sono ancora più economiche del combustibile fossile più conveniente al mondo, il carbone. Nemmeno la pandemia è riuscita ad arrestare questa tendenza. Tendenza, che potrebbe garantire un risparmio di 156 miliardi di dollari alle economie emergenti.

Secondo quanto indicato nel rapporto, nel 2020 è raddoppiata la percentuale di energia rinnovabile che ha raggiunto costi inferiori rispetto ai combustibili fossili più economici. Si parla di 162 gigawatt, il 62% della produzione totale di energia sostenibile dell’anno scorso. Ma è già da qualche anno che i costi della “green energy” – grazie alle tecnologie in costante miglioramento, alle economie di scala e alle catene di approvvigionamento competitive – sono scesi significativamente: l’energia solare a concentrazione (CSP) è calata del 16%, l’eolico onshore del 13%, l’eolico offshore del 9% e il solare fotovoltaico del 7%. Le rinnovabili sono quindi definitivamente una fonte di energia alternativa per i paesi legati al carbone. Un’alternativa appetibile per l’economicità, in grado di soddisfare una domanda sempre più crescente risparmiando sulle spese, aumentando i posti di lavoro e, di conseguenza, raggiungendo le ambizioni climatiche con una notevole riduzione delle emissioni di CO2.

Il rapporto dell’IRENA mostra anche la convenienza per quanto concerne i costi operativi. Per esempio, negli Stati Uniti sostituire le centrali di carbone con impianti per le rinnovabili, comporterebbe una riduzione delle spese di 5,6 miliardi di dollari all’anno e un risparmio di 332 milioni di tonnellate di CO2. Parlando invece a livello mondiale, si stima che la chiusura degli impianti di carbone, ridurrebbe i costi di produzione di energia fino a 32,3 miliardi di dollari all’anno ed eviterebbe circa 3 giga tonnellate di CO2 all’anno. Riduzioni notevoli che permetterebbero di raggiungere, entro il 2030, gli obiettivi climatici delineati nel World Energy Transitions Outlook [2] di IRENA.

[di Eugenia Greco]