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Sanitari non vaccinati, in Alto Adige interi reparti a rischio chiusura

In Trentino Alto Adige, interi reparti sono a rischio chiusura in quanto molti operatori sanitari rifiutano di sottoporsi al vaccino anti-Covid. Per questi ultimi infatti è stato introdotto l‘obbligo di vaccinazione [1], e per coloro che non lo rispettano sono previste sanzioni che possono andare dallo svolgimento di lavori differenti (che non determinano il rischio di contagio) alla sospensione dall’attività lavorativa. E tali misure si avvicinano sempre più per centinaia di operatori non vaccinati in servizio nelle strutture sanitarie dell’Alto Adige, lo si apprende da un recente servizio del TG3 regionale [2]. Nello specifico, esso ha reso noto che circa 330 dipendenti non presentatisi all’appuntamento fissato dall’Azienda sanitaria per la somministrazione saranno obbligati a rimanere a casa senza stipendio fino a fine anno o saranno spostati ad altra mansione. A tal proposito, il servizio parla delle lettere da inviare a loro: venticinque di esse sono già in fase di notifica e altre 300 seguiranno nei prossimi giorni.

Detto ciò, gli operatori che a breve riceveranno la lettera non sembrano essere gli unici a non essersi vaccinati, infatti secondo le stime dell’azienda sanitaria sono circa 900, in totale, i dipendenti che non si sono sottoposti al siero. Per questo, non solo i colleghi vaccinati temono che l’ondata di sospensioni abbia inevitabili ripercussioni su ferie e riposi ma, in più, vi è il concreto rischio che ciò possa gravare sulle adeguate prestazioni sanitarie in interi reparti, in maniera particolare all’interno degli ospedali periferici. Si tratta, però, di un’ovvia conseguenza: come abbiamo recentemente sottolineato [3], portare a termine la sospensione dei sanitari non vaccinati significherebbe, inevitabilmente, andare a danneggiare ulteriormente il sistema sanitario pubblico.

[di Raffaele De Luca]