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Rettifica: la vicenda dei militari americani a Vicenza è diversa da come avevamo scritto

Pubblichiamo questo testo per adempiere all’obbligo di rettifica, così come previsto dalla deontologia del giornalismo e dall’impegno di correttezza che abbiamo preso con tutti i nostri lettori [1] al momento della fondazione de L’Indipendente.

Quanto abbiamo affermato [2] in merito ai pattugliamenti effettuati dai militari Usa a Vicenza non si è rivelato corretto in seguito ad un’ulteriore verifica effettuata dalla nostra redazione. Basandoci su una serie di articoli non esatti prodotti dalla stampa locale, abbiamo diffuso delle informazioni solo parzialmente corrette. In tal senso, seppur sia vero che i carabinieri della Setaf (Southern European Task Force) e della military police (polizia militare) siano stati chiamati in causa dal sindaco di Vicenza, ciò non è stato fatto per controllare “la movida” in maniera generica. Nello specifico, i diretti interessati dei controlli Usa (sia dei pattugliamenti che delle possibili misure restrittive) non sono i vicentini, bensì esclusivamente i militari americani, che – come abbiamo riportato all’interno dell’articolo – si sono resi protagonisti di episodi movimentati, incluse risse e danneggiamenti del demanio pubblico. A Vicenza, infatti, vi è la caserma Carlo Ederle, una base militare dell’​Esercito degli Stati Uniti.

Dunque, i pattugliamenti Usa sono finalizzati a controllare ed eventualmente reprimere comportamenti scorretti degli stessi militari americani in libera uscita. Questo è quanto il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, ha anche riportato in una intervista, [3] che ci era sfuggita al momento della pubblicazione della notizia.

Alla luce di questo ci scusiamo con i lettori, che conoscono bene il nostro modo di lavorare: facciamo sempre tutte le verifiche necessarie prima di pubblicare un articolo. Ci siamo presi l’impegno di cercare di evitare ogni notizia falsa e strumentalizzata (le quali sono spesso diffuse, come in questo caso, da giornali con una lunga storia alle spalle che, evidentemente, cercano di contrastare l’irreversibile crisi di vendite che li attanaglia cedendo al clickbait), ma sapevamo che non sarebbe stato sempre semplice e prima o poi un errore sarebbe potuto capitare. Tuttavia a differenza dei media mainstream, che spesso non rettificano e si limitano a cancellare gli articoli falsi, noi abbiamo scelto di applicare la norma che prevede la corretta deontologia del giornalismo: pubblichiamo la presente rettifica, dandogli lo stesso spazio concesso alla notizia rivelatasi non corretta, e ci scusiamo ancora con i lettori.

[la redazione de L’Indipendente]