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Sospensione medici non vaccinati: la sanità è a rischio caos

A due mesi dal decreto [1] con cui è stato introdotto l’obbligo di vaccinazione anti Covid per il personale sanitario, le aziende sanitarie di molte regioni italiane hanno dato il via alla procedura per sospendere gli operatori che non si sono sottoposti al siero. In tal senso gli Ordini professionali, gli ospedali e le Rsa hanno comunicato, e stanno tuttora comunicando, i nominativi dei medici e degli infermieri non vaccinati delle diverse strutture sanitarie.

Secondo quanto riferito [2] dal segretario dell’Anaao-Assomed (sindacato dei medici del Servizio sanitario nazionale) «i medici non vaccinati per il Covid-19 sul totale degli operatori sanitari, e per i quali le Asl potrebbero avviare i procedimenti di sospensione dalla professione sono una percentuale molto bassa». Tuttavia, in base ai dati che provengono dalle varie Regioni i numeri dei medici “disobbedienti” sembrano essere tutt’altro che contenuti. Tanto da far ipotizzare che la sospensione di tutti gli operatori della sanità non vaccinati potrebbe avere conseguenza molto serie sulla possibilità di continuare a garantire prestazioni sanitarie adeguate.

Stando ai dati forniti dal governo [3], all’interno della categoria dei sanitari sono 45.753 le persone in attesa della prima dose o della dose unica, ossia il 2,3% del totale. Nello specifico, la regione con il numero maggiore di operatori non vaccinati è l’Emilia Romagna, che ne ha 14.390 (7,8% del totale). Seguono la Sicilia con 9.214 (6,5%) e la Puglia con 9099 (6,5%). Ma ad avere la percentuale più alta è la provincia autonoma di Trento, dove i non vaccinati sono 2.205 e rappresentano l’11% del totale.

E tali numeri potrebbero in realtà rappresentare una sottostima: in Piemonte nelle scorse settimane, da una riunione convocata d’urgenza nella sanità, è infatti emerso che sono circa 20.000 i sanitari [4] che non si sono fatti vaccinare. Tali dati sono stati sviluppati dal Csi, il Consorzio informatico, incrociando i dati del personale con quelli della piattaforma vaccinale. Inoltre, anche per la provincia autonoma di Bolzano i numeri forniti dal governo potrebbero essere inesatti. [5] Infatti, mentre dal documento governativo risulta che tutti gli operatori sanitari siano stati vaccinati, sembra che siano stati in realtà richiamati 3.926 dipendenti: 1.108 hanno deciso di vaccinarsi mentre tutti gli altri sono stati convocati presso i centri vaccinali. Ed ai primi 28 appuntamenti si sono presentati solo in tre.

Dunque, certamente non sarà semplice portare a compimento la procedura di sospensione, a meno che non si voglia generare ulteriore caos nei confronti di un sistema sanitario danneggiato dai tagli effettuati negli ultimi anni. Già nel 2015 proprio l’Anaao-Assomed [6] sottolineava che la sanità non potesse sopportare altri tagli. E vedendo come si è evoluta la situazione, viene da pensare che ad oggi sia ancora maggiore il bisogno di non deteriorarla ulteriormente. Infatti, negli ultimi 10 anni [7] sono stati chiusi 173 ospedali ed il personale è stato ridotto di 46.000 unità (il 6,5% del totale). Oltre a tutto ciò, quindi, tramite tali sospensioni vi sarebbero più di 40.000 operatori in meno per il sistema sanitario.

[di Raffaele De Luca]