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Mix di vaccini: diecimila italiani hanno già fatto causa allo Stato

Il Codacons, un’associazione senza fini di lucro che si occupa di difendere i consumatori, ha recentemente lanciato un’azione collettiva [1] contro lo Stato italiano con la quale viene chiesto un risarcimento in favore delle persone con meno di 60 anni a cui è stato somministrato il vaccino AstraZeneca. L’iniziativa è nata a causa delle indicazioni contrastanti fornite nel corso del tempo dalle autorità nonché dei «numerosi eventi avversi, anche letali, riportati dai soggetti fruitori del siero anglo-svedese». Ad essa, come dichiarato [2] dal presidente del Codacons Carlo Rienzi, hanno finora aderito quasi 10.000 cittadini, i quali si ritengono lesionati dalla comunicazione farraginosa e contraddittoria da parte delle istituzioni. A tal proposito, l’ultima decisione in ordine di tempo è quella di effettuare il “mix vaccinale” nei confronti dei giovani che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca: una scelta priva di un reale fondamento scientifico. [3]

Nello specifico, l’azione del Codacons si basa su tre fattispecie di risarcimento. Innanzitutto vi è quello basato sul danno non patrimoniale causato dalla paura di ammalarsi per aver ricevuto il vaccino in questione, il quale è «ormai riconosciuto dalla Giurisprudenza» e «potrà forfettariamente quantificarsi nella misura di 10.000 euro». Poi si fa riferimento al «risarcimento del danno non patrimoniale-biologico permanente o temporaneo, anche in termini di danno differenziale, con riserva di indicazione e quantificazione specifica». Infine, vi è «l’indennizzo a carico dello Stato , previsto dalla Legge 201/92, per essersi sottoposti a vaccinazione da cui è derivata la menomazione psicofisica permanente da valutarsi e quantificarsi nel prosieguo (da indicare qualora sussistente)».

Detto ciò, il Codacons si è reso anche protagonista di un’altra azione. Infatti, in seguito alla morte della 18enne ligure Camilla Canepa, deceduta dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca, l’associazione ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Genova chiedendo di iscrivere nel registro degli indagati il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Commissario Francesco Paolo Figliuolo e la Asl competente.

[di Raffaele De Luca]